MESSINA. Edilizia scolastica, diritto allo studio e alternanza scuola-lavoro. Sono i punti per cui il “Comitato degli studenti di Messina” (Csm) ha organizzato, nella mattinata di oggi, una manifestazione cittadina indetta a livello nazionale dall’Unione degli studenti, fra stridii, trombe e bombette sparate dai manifestanti dell’Istituto nautico “Caio Duilio”, con numerosi cori come “La lotta è dura ma non ci fa paura!”, il più utilizzato, o “10, 100, 1000 manifestazioni contro la scuola dei padroni”, e molti altri.

La protesta ha avuto inizio alle ore 9 a Piazza Antonello, punto d’incontro di tutte le scuole, terminando a Piazza Municipio, dove il corteo è arrivato percorrendo il Corso Cavour fino alla Tommaso Cannizzaro per poi imboccare la Via Garibaldi. Davanti a Palazzo Zanca, i ragazzi attendevano l’arrivo del sindaco De Luca che, a causa di un’altra riunione, non è potuto arrivare in tempo. “Incontrerò i ragazzi, non mi non mai sottratto al dialogo”, aveva dichiarato in un’intervista a “Letteraemme” poco dopo l’inizio della manifestazione.

Nella stessa intervista, il primo cittadino ha incoraggiato i ragazzi alla protesta: “Fate bene a protestare perché questo sistema è balordo, un sistema che non garantisce risorse certe e procedure semplificate  per arrivare a risolvere il problema della sicurezza, cosa che noi abbiamo ottenuto con la nostra ordinanza di chiusura delle scuole. Il 6 di settembre c’è stato l’accordo Stato-Regione che ha semplificato l’affidamento delle risorse ai Comuni […]. Un’altra questione che abbiamo posto è dare ai Comuni anche le risorse per fare i progetti, perché mancano le risorse umane, e questo è stato fatto”.

Invece, continua De Luca, “per quanto riguarda le legge regionale per il sostegno al diritto allo studio, qui siamo purtroppo, in una situazione diversa: ci troviamo in una Regione siciliana che ha pensato solo a tenere scatolifici riguardanti precari e quant’altro, mentre risorse per poter sostenere una normale legge, finora, non ha avuto la capacità di trovarle. Se si ha il coraggio, come stiamo facendo noi, di mettere tutto sul tavolo e cominciare a tagliare ciò che non è produttivo e non garantisce futuro, allora anche in ambito regionale si potrebbero trovare le giuste risorse per un sostegno concreto al diritto allo studio.”

“L’edilizia scolastica è un tema molto sentito nella nostra città, dove un’ordinanza sindacale ha chiuso tutte le scuole che non avevano le certificazioni di idoneità , e che ha delegato le responsabilità al decreto ‘Mille Proroghe’, una manovra politica che rinvia gli interventi da effettuare fino al 31 dicembre 2018”, si evince sull’evento Facebook della pagina del comitato, che spiega l’obiettivo del corteo: “Interventi e finanziamenti immediati”.

Secondo dei dati raccolti da “Legambiente onlus”, in Italia 2 scuole su 5 hanno bisogno di manutenzione. Nel Sud Italia, il rapporto è di 1 istituto su 2.

Sempre secondo le statistiche, “Su 100€ di finanziamenti riguardo la manutenzione urgente 83€ sono destinati al Nord Italia e 17€ al Sud e alle Isole. Inoltre il 41% si trova in zona sismica 1 e 2, e soltanto 12% ha le certificazioni sismiche adatte.Il 43% di queste scuole risale a prima del 1976, e cioè a prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica; solo il 12,3% delle scuole presenti in queste aree risulta progettato o adeguato successivamente alle tecniche di costruzione antisismica”.

A tutto ciò si aggiunge che in 4 anni sono stati finanziati 992 progetti per interventi di adeguamento sismico e per la costruzione di nuovi edifici, ma di questi, solo il 3,5% sono stati destinati in aree a rischio elevato. “Di questo passo occorreranno altri 113 anni per mettere in sicurezza le scuole nelle aree più fragili del Paese”, si enuncia sulla descrizione.

Cosa hanno comportato questi numeri? “50 crolli nelle scuole nell’a.s. 2017-2018, record degli ultimi 5 anni. Ben 50 gli episodi di crolli e di distacchi di intonaco registrati da ‘Cittadinanzattiva’, tramite la stampa locale, tra settembre 2017 e settembre 2018: più di un episodio ogni 4 giorni di scuola”, si legge in una nota.

In particolare, ad essere interessate sono le scuole della Campania (8 casi), del Lazio (7) e della Lombardia (6), dove gli incidenti “Hanno provocato il ferimento, per fortuna lieve, di 10 bambini e bambine, di 2 docenti e di 1 addetta alle pulizie”.

Si è parlato anche del diritto allo studio, con riferimento alla legge regionale: “La Sicilia conferma ancora una volta il suo primato: è l’unica regione che ancora non ha varato una legge regionale al diritto allo studio!”, ribadisce il “Csm” invitando il governo a promulgare una legge che “Sancisca la gratuità dell’istruzione nella nostra regione, un aumento notevole dei comodati d’uso per libri scolastici (poiché mediamente una famiglia spende 380€ per il corredo scolastico), la gratuità dei trasporti pubblici per gli studenti-pendolari che in media sono costretti a spendere 60€ al mese per giungere a scuola!”, insieme ad un aumento dei sussidi di studio, “Poiché il 28% degli studenti non è mai arrivato alla maturità. […] L’abbandono scolastico costa alla nostra nazione ben 55 miliardi di euro! Colpisce circa 130 mila adolescenti che non arriveranno al diploma; 2 adolescenti su 5 non hanno la Maturità”; in pratica, 1 su 4 lascia la scuola, “Soprattutto per motivi economici!”.

“Crediamo nell’aumento nei fondi per l’istruzione, contrastando la politica di tagli che da molteplici anni i Governi del nostro Paese portano avanti, di cui soltanto 160 milioni nell’ultimo bilancio di Governo per i prossimi tre anni”, si legge sulla pagina dell’evento.

Infine, si è parlato anche dell’alternanza scuola-lavoro, denunciando che sulla “Carta dei diritti e dei doveri degli studenti in alternanza scuola-lavoro”, presentata durante gli “Stati generali dell’alternanza” il 16 dicembre del 2017, non vi è alcun “Avanzamento per i nostri diritti: non viene trattato l’argomento dei rimborsi spesa in alternanza, del “Codice etico” e della completa gratuità del percorso triennale”.

Ad appoggiare l’evento, anche il movimento “Cambiamo Messina dal basso”: “Ci siamo, perché sappiamo che le scelte finanziarie governative sono scelte politiche, e ci fa rabbia che mentre si spendono miliardi in aerei militari sempre troppo pochi siano i fondi destinati all’edilizia scolastica; ci fa rabbia che si parli di sicurezza a proposito di migranti o clochard, e non si pensi alla sicurezza dei nostri studenti dentro gli edifici scolastici; ci fa rabbia che manchi ancora una legge regionale sul diritto allo studio, che ‘I Cento passi’, progetto da noi sostenuto durante la campagna per le Regionali, aveva nel proprio programma elettorale; ci fa rabbia che il regime dell’alternanza scuola-lavoro alimenti una visione dell’istruzione sempre più legata al produttivismo e alla competitività e sempre meno alla crescita integrale e alla cultura. Non smetteremo di batterci per voi ma soprattutto con voi: in fondo, per tutti noi; perché davvero la scuola è uno dei più preziosi beni comuni”.

 

 

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