MESSINA. Lo aveva preannunciato il consigliere del Pd Libero Gioveni, e si è avverato. Gli abitanti delle casette di Bisconte, diventate negli anni abitazioni molto diverse dalle baracche che le circondano, si stanno ribellando all’ipotesi che le case possano essere buttate giù nelle operazioni di risanamento. Le case intorno alla piazza del paese, un centinaio, scriveva Gioveni, “potrebbero essere considerate, per come sono state mantenute e migliorate negli anni, dei veri  e propri immobili storici che costituiscono un piccolo ‘borgo’ che certamente potrebbe essere valorizzato”. E così è successo

“Anche io aderisco alla campagna anti-demolizione per le casette di Bisconte che non hanno nulla a che vedere con le baracche… posto le foto della mia, nella speranza che il  sindaco ci lasci vivere, magari con delle modifiche/migliorie, nel nostro quartiere di origine”, è il messaggio in serie copia-incollato che, in queste ore, sta girando nel gruppo Facebook “Quelli che hanno le radici a Bisconte”,  con tanto di foto che attestano cher le case, effettivamente, di baracche non hanno nulla.

Una storia paradossale nata dall’iniziativa di un abitante del quartiere di Bisconte che, si legge nel post che ha dato il via al “movimento, “si rende promotore e portavoce di una campagna anti demolizione riguardo alle ultime case rimaste a Bisconte costruite da Mussolini …premesso ciò il suddetto invita il sindaco Cateno De Luca e la Rai a visitare la propria casa che come da foto non risulta una baracca fatiscente e non è l’unica abitazione in ottime condizioni… invita inoltre gli abitanti del villaggio, soddisfatti della propria abitazione, ad aderire a questa campagna anti demolizione. Cordiali saluti a tutti nel ricordo di un Bisconte tranquillo dove è evidente l’assenza di baracche“.

La questione sarà posta ufficialmente all’amministrazione in un incontro che avverrà la prossima settimana tra una delegazioni di abitanti anti-demolizione, accompagnata dal vicepresidente della terza circoscrizione, il consigliere del Movimento 5 stelle Alessandro Geraci, ed il vicesindaco e assessore al Risanamento Salvatore Mondello: i due si incontreranno preliminarmente domani per capire che intenzioni ha l’Agenzia per il risanamento con l’ambito “C'”, quello in cui ricade Bisconte.

Il quartiere ha una storia abbastanza recente e molto peculiare, motivo per cui i suoi abitanti hanno sviluppato negli anni un particolare “campanilismo”: nasce e si sviluppa in epoca mussoliniana, con l’assegnazione di case e terreni da parte del Genio Civile (competenza poi passata allo Iacp). Un paesino a tutti gli effetti con piazza, chiesa, bar, asilo. Nel 2005 avviene il primo abbattimento delle case, che in pratica taglia a metà il villaggio e “smembra una comunità”, come accusano gli abitanti: nell’area sbaraccata sarebbero dovuti nascere nuovi alloggi ed un parco urbano, ad oggi mai realizzati. Nel frattempo l’area è diventata una discarica di eternit, ed è attualmente sotto sequestro: un fatto che ha provocato la diffidenza gli abitanti rispetto alle ipotesi di recupero.

Le baracche saranno forse il 2% – azzarda Alessandro Geraci – i residenti chiedono ovviamente il risanamento, ma senza abbattere e distruggere un villaggio. Vanno rifatte le fognature, rimodernata la piazza ma soprattutto bonificata l’area sopra la chiesa. Se proprio si dovrà procedere all’abbattimento – continua il vicepresidente della terza circoscrizione – gli abitanti attuali vogliono sicuramente restare in quella zona ed aspetterebbero la costruzioni di alloggi, ma sempre a Bisconte: i progetti esistono già, depositati presso lo Iacp”, conclude  il consigliere.

 

 

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