MESSINA. Tre minuti e mezzo di video su facebook. “Tanti cittadini venderanno la loro dignità per cinquanta euro”. E’ un Daniele Zuccarello in iperventilazione davanti ad una telecamera, a denunciare quelle che, premette “mi auguro che siano soltanto voci”: e cioè che “A Messina sarebbero in arrivo “una valanga di soldi” per la compravendita di voti.
“Vi faccio un breve calcolo: state vendendo la vostra dignità di uomini e di cittadini per dieci euro l’anno. Spero che siano solo voci, di quelle che arrivano ad ogni campagna elettorale, e che nessuno perda la propria dignità”, dice Zuccarello mentre il video scorre: candidato al consiglio comunale con la lista Insieme per Messina, un mese fa il consigliere uscente ha rinunciato a correre per sindaco con Missione Messina ed ha scelto di sostenere il candidato del centrodestra Dino Bramanti, e oggi tenta la riconferma. “Fare politica è una cosa seria, è un servizio per i cittadini, fare il consigliere è un servizio per i cittadini, un ruolo importante e bisogna saperlo fare: bisogna leggere carte, documenti, è un organo di controllo. Io chiedo il consenso libero”, sottolinea Zuccarello
Che dopo la denuncia, gesticolando forte, parla “pro domo sua”: “Io non sbrigo faccende a nessuno. Io non sono il consigliere comunale dei patronati, quello delle gite fuori porta, quello che compila Isee o dichiarazioni, io sono un consigliere che lavora, e questo è documentato”, spiega il consigliere, prima di scagliarsi contro i colleghi, tranne quei “pochissimi che sono stati attivi in questi anni, da contare solo su una mano”. Chiusura con uno slogan: “a chi mi conosce dico “continuate a farlo. A chi non mi conosce dico “iniziate a farlo”.
Non è la prima volta che un consigliere, in questa campagna elettorale, si scaglia contro la compravendita di voti: a metà aprile era toccato a Pippo Trischitta, candidato sindaco con Messina Splendida. Su voti venduti e comprati, c’è ancora in corso l’inchiesta “Matassa”, che vede coinvolti gli ex deputati nazionale e regionale Francantonio Genovese e Franco Rinaldi, e l’ex consigliere comunale Paolo David, tirati in ballo dalle dichiarazioni di Giuseppe Pernicone, già condannato assieme al padre Angelo, con patteggiamento, per associazione finalizzata alla corruzione elettorale e al voto di scambio in concorso. Secondo Pernicone, i voti da lui “comprati” andavano a beneficio dei tre politici.
Vero altri per un gettone
Detto da lui, onestopoli,è inutile fare altri commenti, anzi ripensandoci, lui non è uno di quelli che ha seguito a ruota genovese nel cambio partito, che è andato ad applaudirlo, e vabbo, basta, il resto lo sappiamo tutti