MESSINA. “Il Neurolesi fuori dalla campagna elettorale? Impossibile, c’è già”.  Come sempre, Pippo Trischitta è spumeggiante e non esita a gettare benzina sul fuoco di una campagna elettorale che già di suo è bella calda. E tira di nuovo per i capelli la questione Neurolesi che Dino Bramanti (ex direttore scientifico dell’istituto e candidato del centrodestra) e Angelo Aliquò (attuale commissario dell’Irccs) avevano tentato di tenere fuori dalla contesa. Anche col ricorso alle carte bollate.

“Mi piacerebbe andare alla Procura insieme a Bramanti”, spiega Trischitta, rifacendosi proprio alla “trasferta” del candidato del centrodestra in procura: “L’Irccs non può essere tenuta fuori dalla campagna elettorale, c’è già dentro fino al collo: innanzitutto perchè la stessa società che gestisce la campagna elettorale di Bramanti gestisce la comunicazione dell’Neurolesi, e poi perchè lo stesso Bramanti ha più volte tirato in ballo Marco Storari (come membro della giunta o esperto, ndr), che è il testimonial dell’Irccs”.

Ovviamente – si affretta a specificare Trischitta – non sono cose illegittime, ma inopportune si”. Uno zuccherino, prima di affondare la lama, e tornare a parlare delle assunzioni. “C’è una delibera dell’Irccs dell’11 marzo di 6 assunzioni con decorrenza al 16 marzo, e secondo me ci sarebbero profili di incandidabilità”, spiega il candidato a sindaco di Messina Splendida, che di nuovo precisa che “le assunzioni sono ovviamente legittime, è una questione di opportunità ma anche una concreta questione di incandidabilità, secondo le disposizioni di legge in materia, oltre al danno all’immagine del Consiglio Superiore di Sanità di cui Bramanti è presidente di una Sezione. Se dovessimo vedere candidati assunti e dipendenti Irccs sarebbe grave: se il Neurolesi deve essere tenuto fuori dalle amministrative, dev’essere fuori in tutti gli aspetti”. Finito? Manco per idea.

Lunedi solleciterò la presidentessa del consiglio comunale Emilia Barrile ed il sindaco Renato Accorinti a chiedere all’Anac (autorità nazionale anticorruzione, ndr) un parere per incandidabilità sulla base degli incarichi ricoperti: Bramanti dice di avere “guidato” il Neurolesi: è un ruolo sostanziale e non formale, e secondo me entra nel concetto di incandidabilità”. Trattamento, questo, che Trischitta estende anche ad altri due candidati a sindaco: Gaetano Sciacca dei 5 stelle e Cateno De Luca. “Il primo è un dirigente regionale e direttore dell’Ufficio del lavoro, e nonostante abbia chiesto un parere legale alla Regione, io voglio saperlo dall’Anac se è candidabile o no. E De Luca è direttore generale della Fenapi (dimissionario nell’estate del 2017, ndr.), che ha convenzioni con Comune di Messina”.

L’ultimo colpo di cannone è destinato all’assessore regionale Ruggero Razza: “Sta facendo campagna elettorale per Bramanti, è presente a tutti i suoi incontri, dai Forum giovani all’incontro a Torre Faro sul randagismo, ed è a lui che spetta stabilire le assunzioni e stabilizzazioni nel settore sanitario. Una cosa davvero anomala, considerato che nella delibera delle stabilizzazioni di 56 unità a partire dall’1 febbraio, si specifica di “Subordinare l’assunzione” di ulteriori candidati “al parere favorevole dell’Assessorato Regionale della Salute e all’approvazione del piano delle assunzioni anno 2018 da parte del predetto Assessorato. E ancora – continua – non sappiamo che fine ha fatto il disegno di legge (depositato dal parlamentare regionale Luigi Genovese, ndr) di accorpamento del Papardo al Piemonte”, conclude.

E per il centrosinistra? Potevano mancare strali anche verso lo schieramento opposto? No che non potevano mancare. “Per quanto riguarda l’Università, si sta impossessando della città: è un nucleo di potere che ha piazzato un rettore in Parlamento, un direttore generale all’Ars ed un prorettore candidato alle amministrative, Pietro Navarra, Franco De Domenico e Antonio Saitta“.

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