MESSINA. È stato ilustrato questa mattina, a Palazzo Zanca, il progetto “Viaggio in Sicilia” dei giovani messinesi Marco Crupi e Tommaso Ragonese, i quali, partiti da Messina lo scorso 4 giugno, sono rientrati in città il 26 agosto, dopo avere percorso in mountain bike 2 mila e 600 chilometri di Sicilia nascosta in 81 giorni.
Alla conferenza stampa erano presenti il sindaco Renato Accorinti, l’assessore all’Ambiente e Nuovi Stili di Vita Daniele Ialacqua e Rosario Gugliotta, presidente di Slow Food Sicilia, l’associazione internazionale no profit impegnata a ridare valore al cibo grazie ai saperi di cui sono custodi territori e tradizioni locali.
Durante il percorso sono stati documentati infatti tutti i presidi siciliani della fondazione a difesa della biodiversità, avviata da Carlo Petrini. Con questo viaggio Crupi (fotografo professionista, influencer e ambasciatore europeo Panasonic) e Ragonese (laureato alla London School of Economics, ex velista sportivo, esperto di sostenibilità ed energia rinnovabile) hanno avuto l’opportunità di rendere omaggio ai Grand Tour del passato, non a caso ricorrono i 200 anni dalla pubblicazione del Viaggio in Italia di Goethe, ed al tempo stesso una recherche di un’appartenenza perduta da Ragonese, che ha lasciato la Sicilia più di dieci anni fa per motivi di studio e lavoro.
“Il viaggio in Sicilia realizzato in bicicletta dai due giovani messinesi – hanno detto il
sindaco Accorinti e l’assessore Ialacqua – ha permesso di conoscere bellezze naturali e paesaggistiche della propria terra d’origine, utilizzare pannelli solari e power bank per la ricarica dei dispositivi elettronici, essere testimoni dei valori della legalità, della tutela del paesaggio, delle tradizioni, dell’ambiente e della biodiversità, ovvero quei fattori che dovrebbero unire l’umanità di fronte ad una realtà sempre più globalizzata, frenetica e automatizzata”.
Il duo messinese ha studiato un itinerario lontano da mete turistiche, andando a scoprire luoghi dimenticati o sconosciuti a molti siciliani, ed incontrando, anche casualmente, agricoltori, pastori, artisti, apicoltori, pescatori, semplici bottegai, custodi di quell’identità siciliana e di quel senso di appartenenza che con questo tour si puntava non soltanto a ristabilire ma anche a documentare attraverso appunti, fotografie ed interviste. Oltre a scavare nel passato attraverso i patrimoni materiali ed immateriali raccolti lungo il cammino, si è lanciata una sfida per tutelare questo patrimonio con un impegno collettivo in una realtà i cui schemi di produzione e consumo devono divenire più sostenibili.