MESSINA. Si sarebbe dovuto tenere presso domani, presso l’Aula Cannizzaro dell’Università di Messina il convegno che avrebbe visto come ospite il filosofo russo filo-nazista Aleksandr Dugin, ma dopo una riflessione da parte dell’amministrazione universitaria, e lo sdegno suscitato dalla “Fiap”, la Federazione Italiana Associazioni Partigiane, si è deciso di prendere le distanze e di non concedere alcun locale per l’evento.

“Sarebbe auspicabile un intervento delle autorità accademiche, allo scopo di effettuare una valutazione di opportunità circa la presenza di Dugin all’interno dell’Ateneo”, aveva infatti scritto Antonio Matasso, dirigente socialista ed esponente della Fiap, dopo essere venuto a conoscenza della presenza del “controverso intellettuale” a Messina.

“È verosimile che in Italia siano pochi a sapere chi è Dugin, – si legge in una nota della Fiap – ma forse è il caso di ricordare che si tratta di un personaggio inquietante che teorizza il cosiddetto neo-eurasiatismo, vale a dire la costruzione di un blocco politico e strategico imperniato sulla Russia in aperta antitesi ai valori dell’Occidente democratico e liberale”.

Nemico dichiarato di Israele, si nasconde dietro quell’antisionismo che, per molti elementi dell’estrema destra, serve spesso a celare un sostanziale antisemitismo. Si richiama apertamente al filoso razzista e fascista italiano Julius Evola ed in Russia ha costituito gruppi politici denominati ‘nazionalbolscevichi’, il cui contrassegno era la bandiera del Terzo Reich con al centro lo stemma sovietico in versione nera, al posto della svastica”.

Il tema della tesi del filosofo sarebbe dovuto essere “Civitas, indentità e diversità”, inserito in un itinerario italiano di 11 tappe che hanno suscitato, una dietro l’altra, l’indignazione della penisola in quanto è accusato di essere il rigeneratore delle pulsioni ideologiche che animano rigurgiti neofascisti: “Il popolo come un nuovo concetto politico“.

“Il populismo mischia la richiesta di giustizia sociale con la domanda per il ritorno a valori conservatori, non è né di destra né di sinistra, semplicemente è antiliberale”, afferma Dugin.

Lo scrittore russo è autore della “Quarta teoria politica”, concetto elaborato per archiviare gli album del comunismo, del liberalismo e del fascismo, correnti che hanno caratterizzato il Novecento. “Per farlo è oggi necessario criticare radicalmente la modernità, superando anche l’ideologia dei diritti umani senza mai cadere nel fascismo o nel comunismo – ha dichiarato durante un’intervista – Tutte e tre le ideologie novecentesche sono occidentali, eurocentriche e moderne, io voglio invece riscoprire valori premoderni presenti nelle grandi civiltà sia orientali che occidentali”.

L’Italia è oggi l’avanguardia geopolitica portatrice della ‘Quarta teoria politica’. La formazione di un governo che unisca Lega e Movimento 5 stelle è il primo passo storico verso l’affermazione irreversibile del populismo e la transizione verso un mondo multipolare”, ha poi affermato durante la stessa intervista, commentando il governo italiano.

Il convegno era promosso da “REuropa-Università d’Estate 2019”, da “Eurasiarte” e dalle associazioni “Sicilia- Russia”, “Azione Radicale”, “Città Plurale”, “Vento dello Stretto” e “Morgana”.

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Mariano
Mariano
12 Giugno 2019 23:47

Università di Messina, un luogo di *non cultura*!!!!

Edmond
Edmond
18 Febbraio 2020 23:55
Reply to  Mariano

Da quando in qua la cultura sarebbe far parlerare liberamente fascisti, antisemiti ed intollereanti vari? Povera Messina…