MESSINA. Una gara ad evidenza pubblica per la concessione a titolo oneroso dell’ex Hotel Riviera, con l’obiettivo di salvaguardare il prestigio originario dell’albergo e la memoria storica che rappresenta. A lanciare la proposta, in conferenza stampa, sono stati questa mattina gli attivisti del meetup “Grilli dello Stretto” e i portavoce del M5s Valentina Zafarana, Antonio De Luca, Cristina Cannistrà e Andrea Argento, che hanno acceso i riflettori sullo stato attuale della struttura e sulle potenzialità di rilancio di un bene simbolo della città dal punto di vista imprenditoriale e turistico, con la possibilità di sopperire all’assenza cronica di strutture ricettive in città.

 

 

L’idea, presentata nel dettaglio dall’ingegnere Sergio Bruno, è quella di puntare su una “concessione di valorizzazione”, ovvero uno strumento di partenariato pubblico – privato che consentirebbe di dare in concessione immobili di proprietà dello Stato o degli Enti locali per un lasso di tempo compreso fra i 20 e i 50 anni. «Lo scopo – ha spiegato Bruno – è quello di effettuare con un investimento contenuto degli interventi di riuso, restauro e ristrutturazione di un bene che da vent’anni versa i condizioni di degrado e per il quale sono stati buttati oltre 25 milioni di euro. L’albergo, con le sue 101 stanze, rappresenta tutt’ora uno degli edifici più suggestivi di Messina, con una delle terrazze più belle del mondo, ma per lo stato in cui è ridotto nessuno sarebbe disposto a comprarlo, per poi ristrutturarlo», prosegue, illustrando poi un possibile progetto di rilancio.

«Uno degli scenari possibili – spiega – è quello di creare delle stanze a 5 stelle all’ultimo piano, destinando invece le restanti camere a studenti, pendolari e turisti a prezzi contenuti. Considerando la gratuità iniziale della concessione, per riqualificarlo sarebbero necessari solo circa 6 milioni e mezzo di euro, dei quali 2 milioni e mezzo risparmiati facendo affidamento su aiuti di stato come eco e sisma bonus, e gli altri 4 da abbattere intercettando agevolazioni in conto capitale o in conto interessi».

«La proposta – ha commentato Valentina Zafarana – calza perfettamente con il contesto economico e urbanistico della città. Basterebbe sfruttare le attuali norme di legge per restituire alla città un bene con un valore patrimoniale importante, garantendo inoltre tanti nuovi posti di lavoro».

«È un paradosso che in una città i cui tutti parlano di turismo si voglia dismettere un edificio simbolo, con il rischio di possibili speculazioni edilizie e la svendita di un bene a un prezzo che diventa sempre più basso», spiega invece Antonio De Luca, mentre Cristina Cannistrà e Andrea Argento si soffermano sulla mancanza di luoghi di ricezione in riva allo Stretto, citando in particolare gli avventori dei concerti (spesso costretti a ripiegare in provincia o a Reggio) o delle manifestazioni sportive.

«Il nostro è solo un contributo che mettiamo a disposizione della Città Metropolitana – conclude Sergio Bruno – e non è in alcun modo una “risposta” all’idea prospettata di recente da Arismé, dato che lavoriamo a questo progetto da tempo. Diciamo piuttosto che la nostra richiesta di accesso agli atti, presentata prima dell’estate, ha contribuito a far tornare in auge l’argomento dopo 28 anni di silenzio».

 

 

 

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