MESSINA. Chi era veramente William Shakespeare? È una domanda che in tanti si sono posti nel corso dei secoli, cercando di far luce sulle origini del Bardo. Una delle ipotesi più suggestive, rilanciata recentemente in riva allo Stretto anche da Nino Principato, autore di un libro sul rapporto fra il grande scrittore e la città dello Stretto, fa riferimento a John Florio, figlio di Michelangelo, un erudito in esilio, scappato all’inquisizione da Messina prima di approdare a Londra. Lì, secondo questa teoria, sarebbe nato John, che avrebbe “sfruttato” l’immensa cultura classica del padre e sarebbe stato accolto dal conte di Southampton insieme a un giovane attore, Will di Strafford, divenendo entrambi i protetti del potente aristocratico.

Una tesi controversa sostenuta anche da tre anglisti (Corrado Panzieri, Saul Gerevini, e Giulia Harding) e dal regista Stefano Reali, che sta preparando una fiction prodotta in Spagna. Il lavoro cinematografico, si legge sull’Ansa, narra non solo i rapporti tra Florio e Shakespeare, ma anche il presunto incontro tra Miguel de Cervantes e John Florio, che sarebbe avvenuto a Messina mentre il genio spagnolo era ricoverato in ospedale dopo il ferimento nella battaglia di Lepanto.

A “smontare” la tesi sui presunti natali messinesi del Bardo, oltre a numerosi esponenti della comunità scientifica, era stato qualche mese fa il docente di Letteratura e Linguistica Italiana presso la Concordia University di Montreal, Dario Brancato, autore di un lungo intervento sull’argomento che aveva suscitato un ampio dibattito.

 

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