MESSINA. Della sua inaugurazione, e del successo riscontrato oltre oceano, ne avevamo già parlato lo scorso febbraio, raccontando l’iniziativa imprenditoriale del messinese Nino Barbalace, architetto con la passione per i fornelli che ha dato vita al primo ristorante siciliano di Boston, “Zia Gianna”, un locale con un menu “full of classic Sicilian street food”, fra cui arancini (al maschile) e schiacchiate, ma anche vino e caffé, tutto rigorosamente “made in Messina”. 

Adesso, circa nove mesi dopo la prima apertura dello scorso Novembre, il ristorante è finito nelle cronache dei giornali locali a causa di una polemica a tinte “arcobaleno” dopo una recensione dai toni offensivi pubblicata da un utente sul portale Yelp, una sorta di social network affine per certi versi a Trip Advisor in cui le persone si scambiano pareri, opinioni e dritte su bar, ristoranti, locali e luoghi da visitare. A scatenare il malcontento dell’utente è stata la decisione del proprietario di affiggere una bandierina con i colori simbolo del movimento Lgbt nella vetrina del ristorante: una scelta, questa, giudicata dal recensore “un tradimento contro la nostra nazione e il nostro patrimonio italiano, ma anche contro la natura, che dovrebbe essere punito come un crimine”.

Non solo. Nel suo commento, l’autore, che si firma “Il ristorante T”, presumibilmente di origini italiane, prosegue ancora nel suo sproloquio, affermando anche che chiunque lo faccia “dovrebbe essere privato della cittadinanza e persino del suo cognome che riflette la nostra eredità, per aver violato le nostre tradizioni”. Insomma, un delirio. A cui Barbalace risponde per le rime, postando lo screen shot della recensione sulla sua pagina Facebook.

Quello che alle nostre latitudini potrebbe sembrare un “semplice” e bieco insulto dai toni omofobi, di cui purtroppo è pieno il web, nella ben più civile e friendly Boston diventa invece un piccolo caso, con centinaia di avventori e utenti social che prendono immediatamente le difese di Barbalace, mostrando la loro solidarietà e il loro amore per “Zia Gianna”. Oltre alle tantissime condivisioni e ai numerosi commenti, ad intervenire è anche il direttore esecutivo della Greater Ashmont Main Street Jenn Cartee, che ha affermato di non aver mai assistito a una simile recensione nei suoi tre anni di mandato, specificando come sia responsabilità della comunità “alzarsi in piedi e dire che è inaccettabile”.

“Mi sono arrabbiato per un po’ e poi ho sorriso, perché sembrava irreale”, commenta invece l’imprenditore, che apponendo la bandiera arcobaleno all’ingresso del ristorante voleva solo sottolineare che il suo locale è “un posto per tutti”.

Aperto a colazione e a pranzo, “Zia Gianna” è diventato in breve tempo un ritrovo molto popolare nel quartiere. Al punto da essere premiato dalla Greater Ashmont Main Street come “attività dell’anno nel 2017”.  Per Barbalace si tratta del culmine di un sogno coltivato già da ragazzo, quando decise di lasciare la sua terra d’origine per proseguire i suoi studi all’estero. Da allora sono passati sette anni e molte cose sono cambiate: negli Stati Uniti ha trovato infatti l’amore (il marito Hans Steuber) e da qualche giorno è ufficialmente un cittadino americano. “Piangerò come un bambino”, ha commentato alla stampa locale giusto il giorno prima della celebrazione. A festeggiare con lui anche il padre (la sua famiglia possiede un ristorante a Messina), negli Usa per la sua consueta visita biennale di due settimane. “È felice, perché sto realizzando il mio sogno”.

Ma chi è la “zia Gianna” che dà il nome al locale? “La persona più importante della mia vita – ha spiegato Nino Barbalace al Boston Eater – mi ha visto crescere e mi ha insegnato i segreti della cucina: la maggior parte erano ricette tradizionali che a sua volta aveva imparato da sua madre”.

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