Municipio, Palazzo Zanca

 

MESSINA. «È proprio il caso di dire che il Dipartimento Tributi di Palazzo Zanca abbia voluto un fine anno col “botto”, peccato però che a essere colpiti siano stati dei contribuenti sbagliati!». Così il consigliere comunale Libero Gioveni denuncia “l’incredibile e inqualificabile” decisione del Dipartimento Tributi di notificare a diverse centinaia di proprietari della “prima casa” la cartella Imu per l’anno 2013, “nonostante sia risaputo il fatto che questa tassa non sia per nulla dovuta”.

«ll Decreto Legge n. 53/2013 – ricorda l’esponente del Pd –  aveva esentato dal pagamento di questa tassa gli immobili classificati come abitazioni principali, case popolari e gli immobili delle cooperative edilizie a proprietà indivisa, ivi comprese le pertinenze fino a un massimo di tre unità. Le abitazioni principali sono quelle in cui proprietario e famiglia hanno eletto la propria dimora o residenza. E invece cosa fa il Comune di Messina in questi giorni di fine anno? Richiede (finora a campione) alla stragrande maggioranza di proprietari della prima casa di versare l’Imu per il loro immobile relativa all’anno 2013, generando caos, sconforto e rabbia. Facile immaginare – prosegue – quanto avvenuto subito e stia ancora avvenendo negli uffici di viale San Martino, con lunghe file e una marea di istanze di annullamento delle cartelle presentate dagli incolpevoli contribuenti, i quali non hanno potuto fare altro che ricevere le scuse dagli addetti per l’accaduto (causato sembra dalla vecchia società che gestiva il software). Beh, in questo caso non mi sento affatto di dire “tutto è bene, quel che finisce bene” – commenta ancora Gioveni – Primo perché non vi è stata alcuna comunicazione ufficiale di errore da parte del Dipartimento, secondo perché magari capiterà che qualche anziano ligio al dovere, vedendosi recapitata la cartella, pagherà senza indugio una tassa non dovuta! E il Comune di Messina non è certamente così che deve fare cassa, ma in ben altro modo. Lotta all’evasione si, ma (come diciamo spesso qui a Messina) “mancu a sta manera”!», conclude.

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