MESSINA. Nonostante le piogge di ottobre, copiose sui settori occidentali, molto meno su quelli orientali, la Sicilia fatica ad uscire dall’ormai quasi strutturale siccità che si porta dietro dalle micidiali estati 2023 e 2024. Lo certificano i dati del Sias, il servizio informativo agrometeorologico della Regione Siciliana, che riportano una situazione sì in miglioramento (e non potrebbe essere diversamente, dato che ottobre è storicamente un mese piovosissimo in cui i suoli ricaricano gran parte delle riserve idriche annuali), ma ancora lontana dall’uscita dalla crisi.
Cosa dicono i numeri? Che ad ottobre, giusto all’ultimo giorno, il bilancio pluviometrico è passato da negativo a positivo (cioè ha piovuto più della media stagionale ponderata), ma con un quadro molto differenziato da zona a zona, con un progressivo riassorbimento dei deficit sui 12 mesi, non sufficiente però a determinare quei surplus necessari per riattivare deflussi significativi nel reticolo idrografico. E infatti nel lungo termine, entrano in gioco le conseguenze dalla distanza temporale ormai troppo elevata con eventi che gli anni scorsi sono stati di grande impatto sui bilanci idrici.
Per cui, se gli indici delle precipitazioni a 3, 6 e 12 mesi vedono l’isola progressivamente “rinverdirsi”, tranne che nella costiera ionica messinese e catanese, ancora a forte rischio siccità, gli indici a 24 e 48 mesi hanno pressochè ovunque tratti di siccità da moderata a severa, proprio a causa dei due anni in cui le piogge sono state scarse e di pessima qualità. Perchè?
Perchè non basta che, genericamente, “piova” ai fini del regolare apporto idrico ai suoli. Serve, per esempio, che le piogge siano “costanti”: gli acquazzoni, i temporali, le “bombe d’acqua”, non incidono sugli indici di siccità, perchè l’acqua accumulata in grandi quantità non riesce a permeare il terreno a causa della velocità con la quale scende a valle, diventando così irrilevante ai fini dell’alleviamento della siccità (e dannosa per il territorio per allagamenti e alluvioni).
E infatti Il suolo, specialmente a profondità maggiori, può richiedere almeno un paio d’anni per ripristinare completamente le sue condizioni di umidità ottimali dopo una siccità severa, che aumentano nel caso del ripristino delle riserve idriche: il tutto, assumendo che non ci siano (o siano trascurabili) grosse anomalie nelle precipitazioni.



