MESSINA. Le autorità marittime hanno emesso un’ordinanza urgente per garantire la sicurezza della navigazione e dell’incolumità pubblica, dopo il rinvenimento di ben 29 residuati bellici nel tratto di mare compreso tra Punta Pezzo (Calabria) e Capo Peloro (Sicilia), nel cuore dello Stretto di Messina. I dispositivi esplosivi sono stati individuati all’interno di un’area delimitata dalle seguenti coordinate geografiche (sistema WGS 84):
Punto 1: 38°12.930’ N – 015°34.542’ E
Punto 2: 38°13.362’ N – 015°34.542’ E
Punto 3: 38°13.800’ N – 015°35.736’ E
Punto 4: 38°13.194’ N – 015°37.236’ E
Punto 5: 38°12.744’ N – 015°37.218’ E
L’area coinvolta si estende dunque tra la costa nord-orientale calabrese e quella nord-orientale siciliana, attraversando una delle rotte marittime più frequentate del Mediterraneo. Secondo quanto indicato nell’ordinanza, alcuni degli ordigni si trovano anche in aree classificate come “zona a traffico costiero A” e nei corridoi di navigazione sia in direzione Nord che Sud, come previsto dall’allegato 1 del Decreto del 23 giugno 2008, n. 128.
Divieti in vigore Con effetto immediato dalla pubblicazione dell’ordinanza, è vietato: l’ancoraggio di qualsiasi unità navale; le immersioni subacquee, sia a fini sportivi che professionali; ogni forma di pesca, fatta eccezione per la pesca tradizionale del pesce spada con arpione, ammessa solo nelle porzioni di mare non soggette ad altri divieti. Le operazioni di bonifica dei fondali sono ora al vaglio delle autorità competenti, mentre proseguono i controlli per garantire la sicurezza marittima nell’area.