MESSINA. Ci sarà anche Messina, i prossimi 7 e 8 luglio tra le venti tappe di “Ripartiamo”, la ciclostaffetta ideata dal dottor Alberto Martelli e dell’associazione “Davide il drago”. Un giro dell’Italia che porterà ciclisti, volontari e tutti coloro che vorranno sostenere l’iniziativa unendosi alla compagnia, a conoscere luoghi del patrimonio paesaggistico e monumentale nazionale, ma anche persone, usanze e tradizioni. Al centro di questo percorso i bambini, in modo da formare una catena umana di solidarietà che leghi tutti i reparti di pediatria italiani.

“‘Ripartiamo’- si legge in una nota dell’organizzazione-  più che una speranza una certezza. Un messaggio importante quindi, quello lanciato da questa carovana composta da quattro ciclisti ed i volontari dell’associazione: se il Covid ci ha fatto tenere le distanze, non ha fermato la voglia di collaborare, costruire e mettere in atto tanti nuovi progetti.”
L’idea parte da due associazioni: “Davide il drago”, nasce nel 2013 per volere di Michele Grillo, papà di Davide, scomparso in tenera età, ha come obiettivo l’aiuto ai bambini ed adolescenti malati, alle loro famiglie ed agli operatori. Della stessa idea il gruppo, con sede a Chiari, “Nel ricordo di Nicolas”, dove padre, madre, sorella e cugina ne tengono viva la memoria del piccolo bambino scomparso nel 2014, con l’idea di trasformare un grande dolore in qualcosa di utile alle altre famiglie che vivono in una situazione di sofferenza.
Le due associazioni hanno sedi diverse ma obiettivi comuni che hanno permesso al gruppo degli amici di Nicolas di entrare a far parte della famiglia di Davide il drago che, grazie alla forte intesa e collaborazione con il primario della pediatria di Garbagnate (ora in pensione) Alberto Martelli, hanno dato vita al progetto “Ripartiamo”.
Tanti gli obiettivi messi in campo dall’iniziativa: incontrare i medici di tutta Italia e proporre loro momenti di formazione e riflessione, creare rete tra le associazioni, promuovere lo sport ed il movimento.
“Non solo -si legge nella nota del progetto- se si pensa allo sforzo della pedalata, al raggiungimento difficile della meta, creare un parallelismo con le malattie viene automatico. Il malato percorre faticosamente un cammino verso la guarigione, (l’arrivo), attorniato da tutti coloro i quali fanno il tifo per lui; familiari, operatori ed amici, gli si stringono intorno e lo spingono con amore verso il traguardo, pronto alla ripartenza. Malattia non più vista come momento di sofferenza ma come sfida verso la guarigione e come “abbraccio” virtuale tra chi lotta e chi incoraggia il raggiungimento della meta.”
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