MESSINA. Sono trascorsi 395 giorni dall’annuncio del primo lockdown: l’inizio di una lunga odissea che ha messo in ginocchio il commercio e l’economia, a Messina come nel resto d’Italia. A più di un anno di distanza da quella data storica, Confesercenti lancia una petizione per tutelare le imprese, proponendo una serie di soluzioni e incentivi per poter ripartire nel segno della sicurezza.

Uno dei nodi cruciali è quello degli orari di apertura nelle varie “colorazioni”.  Per le aree gialle, l’associazione di categoria propone di consentire la somministrazione fino alle 22 (dalle 18 servizio esclusivamente al tavolo), asporto consentito fino alle 22 e delivery libero per le attività di ristorazione. Per il comparto dei bar, invece, somministrazione consentita fino alle 20 (dalle 18 servizio esclusivamente al tavolo), asporto consentito fino alle 22, delivery libero. In zona arancione l’idea è quella di consentire la somministrazione fino alle 18, asporto consentito fino alle 22 e delivery libero. Nessuna preclusione nelle giornate festive e prefestive, nel rispetto dei protocolli e delle linee guida regionali, per le attività presenti nei Mercati, nei Centri e gallerie commerciali ed altre strutture assimilabili, sia in zona gialla che arancione prevedere. Per il comparto del Commercio ambulante in zona rossa la richiesta è quella dii sospendere i mercati ad eccezione delle attività dirette alla vendita di generi alimentari, prodotti agricoli e florovivaistici, nonché dei generi di prima necessità individuati nell’allegato 23. Per il comparto dei Servizi di barbiere e parrucchiere prevedere l’apertura nel rispetto dei protocolli e delle linee guida regionali.

Si prosegue coni sostegni alle imprese, con la previsione di un “Contributo una tantum automatico” calcolato percentualmente sulla base del contributo già previsto dal Decreto Sostegni che garantisca un immediato sostegno in termini di liquidità alle imprese e professionisti in profonda crisi finanziaria.

«Un sostegno reale e trasversale per la ripresa e la continuità prospettica aziendale di tutte le imprese italiane danneggiate dalla crisi, con la previsione di un ulteriore Contributo a fondo perduto che abbia le seguenti regole d’accesso: scostamento del fatturato e dei corrispettivi dell’anno 2020 di almeno il 30% rispetto al fatturato e i corrispettivi dell’anno 2019. L’ammontare del contributo dovuto si calcola sulla base di una quota dei costi effettivamente sostenuti dall’imprenditore nell’anno 2020 e strettamente inerenti all’attività d’impresa. Il calcolo per il 2021 è calcolata per una quota pari al 25% dei costi inerenti ed effettivamente sostenuti nell’esercizio 2020 da tutti i soggetti economici che rispettino il requisito d’accesso. Il contributo è erogato in quote mensili di pari importo fino al termine dello stato d’emergenza»

Spazio poi alle proposte sulla Fiscalità, con la reintroduzione del “Tax credit locazioni” secondo le medesime regole previste per tale disciplina nei periodi di applicazione.

«Tale previsione dovrebbe essere concretizzata almeno dal mese di gennaio 2021 al mese di giugno 2021, stante il fatto che nel primo quadrimestre dell’anno la maggior parte delle imprese commerciali è stato sottoposto a misure restrittive», si legge nel documento.

Fra le richieste, inoltre, anche una fiscalità di vantaggio per imprese e lavoratori autonomi di minori dimensioni, con la previsione di un “Tax Credit per i contribuenti di minori dimensioni” che abbiano un volume d’affari non superiore a 2 Mln di Euro. Il beneficio fiscale, nel dettaglio, consiste nel riconoscimento di un credito d’imposta, cedibile anche a terzi, pari al 60% dei costi sostenuti nell’anno 2020 per l’esercizio dell’attività d’impresa o di lavoro autonomo. Il credito verrebbe riconosciuto alla generalità dei soggetti individuati indipendentemente dalle condizioni di “incapienza fiscale” o “perdita fiscale”; Confesercenti chiede inoltre l’ampliamento della disciplina “Super bonus 110%” agli immobili strumentali o comunque utilizzati nell’esercizio dell’attività d’impresa, al fine di rendere ancor più appetibile uno strumento giudicato positivo, e una reale semplificazione nella “circolazione dei crediti fiscali”, con relativa razionalizzazione delle procedure attualmente previste e della mole documentale richiesta.

Per quanto riguarda il credito, invece, la proposta è quella di una Temporary Framework, con allungamento delle durate dei finanziamenti garantiti dal Fondo di Garanzia per le PMI fino a 15 anni. e una percentuale di garanzia pari al 90% fino a 10 anni e dell’80% oltre 10 anni. La richiesta è estendere ed ampliare la portata dell’intervento del Fondo di Garanzia almeno al 31.12.2021: «Tale previsione, per le imprese con un massimo 249 dipendenti e sede in Italia, quale intervento “straordinario” del Fondo Centrale di Garanzia per le PMI con garanzia concessa gratuitamente, copertura all’80% su qualsiasi operazione (non ricompresa nel Temporary Framework), accesso garantito senza utilizzo del modello di valutazione del fondo; importo massimo totale per azienda di 5 milioni di euro (superato tale limite le PMI potranno utilizzare plafond di garanzie SACE)». Chiesta anche la proroga  delle moratorie ex art. 56 fino al 31/12/2021 e la modifica dell’art. 111 del TUB sul tema del “Microcredito”, aumentando le soglie oggi previste ed eliminando le limitazioni attuali con l’ampliamento della platea dei soggetti beneficiari e dei coefficienti economici e patrimoniali richiesti.

 

 

 

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