di Alessandra Cutrupia

MESSINA. “La mia anima non ha mai desiderato generare né gente né libri mansueti, compiacenti, accondiscendenti. Fate casino.” Scrive Michela Murgia nel saggio Dare la vita, scelto dal gruppo di attivisti di Purple Square come lettura del mese. Il gruppo nasce dall’esigenza di continuare a porre l’attenzione e di perseguire la lotta contro le discriminazioni in cui era impegnata socialmente e politicamente Michela Murgia. 

«Ci siamo ritrovati a manifestare il dolore per la morte dell’autrice in alcune delle pagine Instagram a lei dedicate -spiega Ketty Bertuccelli, attivista di Purple Square-  in seguito abbiamo creato un gruppo Telegram suddiviso per regioni così da poterci incontrare». Agli incontri di Purple Square si discute, si riflette e si gode dell’eredità culturale lasciata dall’autrice a favore di un mondo migliore, in cui la libertà è al primo posto. 

«Credo che ci abbiano imposto i concetti di maternità, amore e famiglia in maniera sbagliata. La famiglia non è solo  un legame di sangue» continua Ketty a conferma di un pensiero che Murgia ha difeso in ogni pagina del suo pamphlet, raccontando la sua personale esperienza di madre d’anima, cioè una madre che ha scelto ed è stata scelta dai suoi figli. 

«Che siano filiazioni d’anima o relazioni sentimentali le scelte relazionali devono essere ripensate ad oggi. Sono troppo caricate di significati negativi come la possessione, la gelosia» sostiene Francesca Frisone, referente locale di Purple Square che ci racconta i progetti futuri del gruppo.

«Michela Murgia  faceva la rassegna sessista tutte le domeniche sui suoi canali social. Consisteva nell’individuare tutte le espressioni discriminatorie scritte dai giornalisti su testate nazionali. Purple Square si propone di continuare questo progetto a livello locale. Poi si sta lavorando anche sulla creazione di un gruppo di uomini che sentono l’esigenza di confrontarsi su temi che riguardano la mascolinità tossica, l’emotività soppressa» continuano le esponenti. Nonostante Purple Square sia un gruppo aperto a tutti, Francesca esprime il desiderio di vedere più uomini che possano partecipare attivamente agli incontri.

«Michela Murgia -continuano- in un video diffuso sul femminismo, dice che nessuno diventa femminista per caso ma perché ognuno di noi si porta dietro una ferita, una qualche forma di emarginazione o discriminazione. Se si sente questa esigenza allora forse Purple Square può essere uno spazio sicuro»

Uno spazio dove potersi raccontare, confrontare, riflettere attraverso opere che sono un testamento di libertà per gli uomini e per le donne: le figlie, le madri, le mogli. Perché, come scrive Michela Murgia, “le donne italiane ricominceranno a dare la vita quando per farla venire al mondo e crescerla non sarà più necessario amputare la propria”

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