MESSINA. «Non esiste solo il Risanamento, ma anche le “politiche abitative”. Circa 1000 domande giacciono da 6 mesi al Dipartimento. A quando la graduatoria?». A porre l’interrogativo alla Giunta è il consigliere comunale del Pd Libero Gioveni, che chiede al primo cittadino quali ostacoli ancora si frappongono alla stesura della graduatoria per l’emergenza abitativa e “quanto tempo ancora queste 1000 famiglie dovranno attendere prima di poter sperare di risultare collocate utilmente nella suddetta graduatoria”.

«È certamente apprezzabile da parte di codesta Amministrazione – scrive –  il cambio di passo dato o tentato di dare al macchinoso e annoso sistema del Risanamento delle aree degradate della nostra città, iniziato con la famosa ordinanza sindacale (che purtroppo non ha dato al momento i frutti sperati rispetto ai tempi obiettivamente troppo stringenti che si era dato il sig. sindaco), proseguito con la costituzione dell’Arisme e col tentativo (anche questo purtroppo andato a vuoto) di ottenere la dichiarazione di stato di emergenza dal Governo, e culminato, infine, con la redazione e pubblicazione delle graduatorie degli ambiti “A” e “C” relative ai 50 alloggi di villaggio Matteotti e ai 46 alloggi di Camaro Sottomontagna, ormai prossimi alla definitiva assegnazione agli aventi diritto».

«Tuttavia – specifica – pur comprendendo le difficoltà in cui il Dipartimento politiche della casa è costretto giornalmente ad operare per via del numero ridotto di personale, non si riesce a comprendere, nonostante i solleciti più volte fatti in Aula dallo scrivente, il motivo del totale immobilismo su un’altra importante graduatoria relativa a 25 alloggi da assegnare (aumentabili a 50) che di fatto risulta ancora allo stato embrionale: quella dell’emergenza abitativa o, per meglio dire, dell’assegnazione di alloggi popolari, il cui bando, varato dopo ben 5 anni di assenza, è scaduto il 28 maggio scorso e che ha raccolto circa 1000 istanze. Non è pensabile continuare a lasciare a “bagnomaria” centinaia di famiglie che vivono in condizioni di estremo disagio sociale e abitativo e che non necessariamente risiedono in zona Risanamento; sono famiglie che hanno, per esempio, ricevuto uno sfratto esecutivo non per morosità, un’ordinanza di sgombero, oppure che hanno disabili gravi in alloggi fatiscenti o che dispongono da parte dell’Asp di certificati di antigienicità, oppure ancora che si trovano in condizioni di sovraffollamento»

 

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