«Non so quanto Messina sia espressione dei “poteri forti”, ma certamente lo è di meno rispetto alla maggioranza delle altre città siciliane. Per quanto riguarda me stesso, qualunque cosa si intenda con l’espressione “poteri forti”, ne sono estraneo. Sono cresciuto in un ambiente dove si formano le persone e ho imparato che sono queste il vero motore di ogni società».

Dice così Pietro Navarra in un’intervista rilasciata a Repubblica oggi. È bufera, infatti, sul rettore da quando, dopo gli attacchi dell’ex governatore, Rosario Crocetta, ha diramato un comunicato in cui ha annunciato di querelare gli organi di stampa: “Noto con rammarico – aveva scritto Navarra – che, addirittura prima ancora dell’inizio della campagna elettorale, personaggi protagonisti del recente passato politico hanno rilasciato dichiarazioni infamanti nei miei confronti, con riferimento alla vicenda che vide coinvolto mio zio. Affermazioni ingiuriose, rilanciate da alcuni organi di stampa. Premetto che la mia posizione su questo argomento è ben nota da tempo: si parla di persone morte prima della mia nascita e ogni collegamento non può che rappresentare una volgare strumentalizzazione. Non sono, però, disposto a tollerare ulteriori attacchi su tali temi. Con estrema chiarezza, pertanto, puntualizzo che presenterò querela contro chi rilascerà dichiarazioni di questo tipo e nei confronti delle testate che daranno spazio a simili considerazioni”.

Dichiarazioni che hanno provocato la reazione dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia e dell’Assostampa di Messina: “Nessuno può pensare di rompere il patto tra il giornalista e i lettori che hanno il diritto di conoscere a fondo fatti cose e persone”.

Sulla sua parentela con il boss di Corleone, Michele Navarra, fratello del padre, il rettore ha rifiutato di aggiungere altro a Repubblica.

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