MESSINA. Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un lettore, Fidenzio Laghi, in merito all’istituzione di una spiaggia per nudisti a Capo Rosocolmo (San Saba). Il naturista, dopo l’approvazione del Consiglio Comunale per il riconoscimento dell’area, condivide le motivazioni espresse nella denuncia inoltrata dall’associazione Arcigayy Makwan, e dal suo presidente Rosario Duca, al Comitato Messina Nord, esprimendo alcune considerazioni date dall’esperienza vissuta in difesa del naturismo.

Di seguito la lettera integrale:

La legge italiana non è chiara e certamente consente delle errate interpretazioni e degli abusi dell’articolo 726 del codice penale: il naturismo se praticato in aree note al pubblico non è reato. Legge che andrebbe modificata ed io mi adoperai più volte per modificarla convincendo il deputato verde Sauro Turroni a presentare una proposta di legge una prima volta già nel 1993 che consentisse di non procedere a chi è disinformato ed a chi volesse usare discriminazione nei nostri confronti e non procedere in certi casi facendo pagare un prezzo a noi ed alla collettività in seguito ad una denuncia della Forza pubblica anche se poi i Giudici ci archiviano od, al massimo, si viene assolti in tribunale in seguito come accade da decenni per chi fa ricorso.
Non mi risulta che ci siano mai state condanne per il naturista quando si trovava in aree note e persino la Cassazione nel 2000 nella sentenza n. 1765 affermò:”la nudità dei genitali può assumere un diverso rilievo penale in funzione del contesto oggettivo e soggettivo in cui è concretamente inserita: così può configurare un atto osceno, quando esprime, anche psicologicamente, un istinto sessuale; ma può semplicemente costituire un atto contrario alla pubblica decenza, quando è mero esercizio della funzione fisiologica dell’urinare; o addirittura sfugge a qualsiasi rilevanza penale se è inserita in un contesto pedagogico o didattico (es. durante una lezione di anatomia o di educazione sessuale) ovvero in particolari contesti settoriali (per es. di tipo naturista o salutista) e, la n. 3557 che affermò, tra l’altro, chenon può essere considerato indecente la nudità integrale di un nudista in una spiaggia riservata o da essi solitamente frequentata”.
Ricordo inoltre che a Milano, negl’inni 70, il turista messicano Fernando Perez sorpreso nudo a passeggiare per la città in una notte d’agosto fu assolto dal pretore Francesco Dettori (fu capo della Procura di Bergamo fino a qualche anno fa) con la motivazione che il nudo sta diventando un fatto di costume e che non è più raro osservare su spiagge più o meno appartate persone nude o seminude senza che gli astanti reagiscono negativamente ecc. ecc. .
L’articolo 726 del cp “atti contrari alla pubblica decenza” prevede una salata sanzione per “l’atto indecente”. II fatto di prendere il sole nudi è un semplice “stato” di nudità e l’ articolo del codice condanna “l’atto indecente“ e non il semplice stato.
Il nudista potrà compiere l’atto di camminare o nuotare ma questi non sono atti indecenti.
Mostrare per motivi di salute o semplice relax una parte del nostro corpo che potrebbero essere anche strumenti per compiere atti sessuali, come la vulva od il pene, non mi pare reato altrimenti sarebbe reato anche mostrare , ad esempio, la bocca!
Io concordo che mettersi nudi possa turbare qualcuno ma solo per una piccola minoranza di cittadini che va rispettata col segnalare le aree dove può essere presente la pratica naturista e, senz’altro una circolare ministeriale potrebbe anche bastarte per introdurla come regola.
E poi oggi non esiste più un “comune senso del pudore” ma “un senso del pudore personale” come pure è stato ribadito l’08 novembre 2018 nella trasmissione “Quante storie” condotta da Corrado Auges su Rai 3 prendendo spunto da un saggio della professoressa e giornalista Marta Boneschi.
A San Saba che è una spiaggia frequentata da molti decenni dai naturisti è, a mio giudizio, il Naturismo certamente legale ed un eventuale ricorso da chi è stato ingiustamente denunciato porta sicuramente ad una assoluzione ed occorre lottare per una legge chiara.
Non sta scritto da nessuna parte che il Consiglio comunale possa autorizzare delle spiagge al naturismo: se il Codice penale dicesse che il nudo è reato il consiglio comunale non potrebbe modificarlo. Il fatto è che se il Consiglio comunale dice sì ad una spiaggia per i naturisti la Forza pubblica non interviene forse per non andare contro ad una autorità.
Se io, come ha fatto, pongo anche cartelli o striscioni non fissi che informano il pubblico che una certa area di spiaggia è frequentata dai naturisti rendendola nota anche con articoli dei media, ritengo di non infrangere l’art.736 del c.p. come accaduto a Lido di Dante (Ravenna).
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