MESSINA – Si conclude con l’assoluzione con formula piena il processo nei confronti di Mario Briguglio, medico presso il reparto di chirurgia generale del Policlinico che doveva rispondere di omicidio colposo e omissione d’atti d’ufficio.

 La vicenda riguarda la morte di un paziente, deceduto al Policlinico il 19 marzo 2010 per “arresto cardiocircolatorio secondario ad anemia acuta metaemorragica per protratta perdita ematica vescicale postchirurgica”.

Briguglio fu indagato in quanto medico di turno presso il reparto di chirurgia generale del Policlinico, (stava eseguendo il turno notturno con uscita alle 9,22) dove il paziente era stato ricoverato con urgenza alle 7,15 del 19 marzo 2010, per “addome acuto in soggetto con resezione vescicale per neoformazione”. L’uomo era stato trasferito d’urgenza al Policlinico da una casa di cura dove aveva subito un intervento di “resezione endoscopica di neoplasia vescicale estesa”.

Inizialmente la procura aveva ipotizzato che il medico non avrebbe monitorato le condizioni cliniche del paziente e di aver redatto “in maniera lacunosa ed inadeguata la cartella clinica del paziente omettendo di indicare i dati oggettivi relativi ai parametri vitali dopo il suo ingresso nel reparto”.

Nel processo non sono emerse responsabilità nei confronti del medico tanto che lo stesso pubblico ministero d’udienza, Roberto Conte, ha chiesto l’assoluzione per insufficienza di prove (530 II comma) per l’omicidio colposo e l’assoluzione perché il fatto non costituisce reato per l’altro reato. Il tribunale, seconda sezione penale, lo ha assolto perché il fatto non sussiste per il primo capo d’imputazione e perché il fatto non costituisce reato per l’altro.

Il medico è stato difeso dall’avvocato Giovanni Calamoneri e dall’avvocato Antonio Pracanica.

Subscribe
Notify of
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments