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MESSINA. Ci sono voluti dieci anni, una mezza dozzina di rimodulazioni, e decine di chiarimenti, incontri, documenti da presentare e discutere, ma alla fine Messina non dichiarerà dissesto. La sezione di controllo della Corte dei conti per la Regione Siciliana ha approvato il piano di riequilibrio finanziario pluriennale, per come rimodulato nell’ultima stesura dall’amministrazione di Federico Basile nella seduta di ieri.

Cosa succede adesso? Dal punto di vista operativo nulla, il comune di Messina continuerà ad essere amministrato da una giunta (e non un commissario come in caso di dissesto), mentre dal punto di vista del cittadino non cambierà assolutamente nulla. Palazzo Zanca ha già tutte le aliquote dei servizi essenziali praticamente al massimo della tassazione consentita, cosa che sarebbe successa anche come conseguenza del dissesto. Continueranno quindi le misure di rientro dalla massa debitoria inserite nel piano di riequilibrio, che cesserà i suoi effetti nel 2034.

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