MESSINA. L’Università degli Studi di Messina fra le ultime della classifica Censis, e ultima fra i grandi Atenei statali d’Italia. Si tratta del risultato di un’articolata analisi del sistema universitario basata sulla valutazione delle università (statali e non statali, divisi in categorie omogenee per dimensioni) relativamente a: strutture disponibili, servizi erogati, borse di studio e altri interventi in favore degli studenti, livello di internazionalizzazione, comunicazione e servizi digitali, occupabilità. A questa classifica si aggiunge il ranking dei raggruppamenti di classi di laurea triennali, dei corsi a ciclo unico e delle lauree magistrali biennali secondo la progressione di carriera degli studenti e i rapporti internazionali. Complessivamente si tratta di 64 classifiche.

Nei ranking d’iscrizione, quella di Messina è stata collocata fra le grandi Università (ovvero quelle che hanno fra i 20mila e i 40mila iscritti). Qui chiude ultima una lista di 17 Atenei capitanati da Perugia, Salerno, Pavia e Calabria, tutte con una media di punteggio dei fattori analizzati sopra il 90 (Messina ha solo 76,5 punti).

Sei, in particolare, le macroaree individuate: servizi, borse, strutture, comunicazione e servizi digitali, internazionalizzazione e occupabilità. In tutte l’Ateneo messinese ha punteggi fra i più bassi, ma dove crolla particolarmente è nei servizi, nell’occupabilità e nell’internazionalizzazione (dietro solo a Catania e Chieti e Pescara).

In generale, guardando il punteggio e mettendolo a confronto con le altre classifiche delle Università statali (mega Atenei statali, con oltre 40mila iscritti, medi Atenei statali, fra i 10mila e i 20mila iscritti, piccoli Atenei statali, fino a 10mila iscritti, e Politecnici), nella lista delle peggiori Messina sta dietro solo a Napoli (fra i mega e con 73,5 punti) e Molise (fra i piccoli e con 75,5 punti).

Ci sono anche le classifiche degli Atenei non statali, sempre divise per numero d’iscritti (anche se varia il ranking). Fra queste, ad avere un punteggio più basso di Messina, sono Napoli Benincasa (fra i grandi e con un punteggio di 72,8), Enna – Kore (fra i piccoli e con 76,2 punti) e Lum J. Monnet (fra i piccoli e con 75 punti).

A commentare la posizione dell’Università di Messina è soprattutto il Rettore Salvatore Cuzzocrea, che pur accettando la classifica per eventuali miglioramenti, alla Gazzetta del Sud tiene a chiarire come molti fattori siano di responsabilità dell’Ersu, e come non siano stati presi in considerazione i cantieri avviati (non ancora ultimati). Inoltre, dubbi del Rettore sulla valutazione di servizi, come quello della mensa, che durante la pandemia non ci sono stati perché sospesi a causa del Coronavirus. Ogni Università, però, è stata valutata secondo gli stessi parametri.

Queste le altre classifiche:

Di seguito la spiegazione della metodologia utilizzata per assegnare i punteggi:

Le classifiche relative alla didattica sono realizzate avendo come punti osservati:

  • le 47 classi di laurea triennali istituite con la legge 270, successivamente raggruppate in 15 gruppi disciplinari1;
  • le 93 classi di laurea magistrali biennali istituite con la legge 270, successivamente raggruppate in 14 aree disciplinari2;
  • il segmento dei corsi di laurea a ciclo unico (7 aree disciplinari), in qualche modo assimilabili alle vecchie facoltà.

Gli indicatori utilizzati per i raggruppamenti didattici (classi di laurea) sono i seguenti:

Progressione di carriera degli studenti:

  • Tasso di persistenza tra tra il primo e il secondo anno (iscritti negli a.a.2019-20 e 2018-19 che si sono immatricolati nell’anno accademico precedente/ immatricolati negli a.a. 2018-19 e 2017-18); questo indicatore non è stato preso in considerazione per i ragguppamenti delle classi di laurea magistrali biennali
  • Tasso di iscritti regolari (iscritti negli a.a. 2019-20 e 2018-19 da un numero di anni non superiore alla durata del corso al netto degli immatricolati/totale degli iscritti negli a.a. 2019-20 e 2018-19 al netto degli immatricolati e degli iscritti di cui non si conosce l’anno di prima immatricolazione);
  • Tasso di regolarità dei laureati (laureati negli a.s.2019 e 2018 nella durata regolare del corso/totale dei laureati negli a.s. 2019 e 2018 al netto dei laureati “precoci”, di quelli di cui non si conosce l’anno di prima immatricolazione).

Rapporti internazionali:

  • Mobilità degli studenti in uscita (studenti che hanno trascorso un periodo di studio all’estero finanziato mediante il programma Erasmus o ad altri programmi di mobilità internazionale (mobilità per studio o per tirocinio) negli a.a. 2019-20 e 2018-19 /iscritti al netto degli immatricolati negli a.a. 2019-20 e 2018-19);
  • Università ospitanti (numero di università/strutture straniere che hanno ospitato gli studenti “Erasmus” o studenti che hanno partecipato ad altri programmi di mobilità internazionale nell’ a.a. 2019-20 e 2018-19/strutture che hanno ospitato gli studenti per altri progammi dimobilità internazionale/totale iscritti nell’a.a. 2019-20 e 2018-19);
  • Iscritti stranieri (iscritti stranieri nell’a.a. 2019-20 e 2018-19 sul totale degli iscritti nell’a.a. 2019-20 e 2018-19).

Gli indicatori utilizzati per la valutazione degli atenei sono i seguenti:

  • Servizi numero pasti erogati/iscritti;numero di posti e contributi alloggio/iscritti residenti fuori regione;
  • Borse, contributi spesa degli atenei e degli enti del diritto allo studio per interventi a favore degli studenti5 e borse di studio/premi di laurea/premi di studio con finanziamento da parte di privati/ totale degli iscritti;
  • Strutture posti aula/iscritti; posti nelle biblioteche/iscritti; posti nei laboratori scientifici/iscritti; giudizio positivo attibuito dai laureati nel 2020 riferita alle aule, aule studio, laboratori informatici e biblioteche;
  • Comunicazione e servizi digitali punteggio derivante dall’analisi delle caratteristiche e delle funzionalità dei siti web di ateneo, dei rispettivi profili social ufficiali e dall’efficienza di risposta restituita da questi canali;
  • Internazionalizzazione iscritti stranieri/totale degli iscritti; studenti che hanno trascorso un periodo all’estero per studio o tirocinio/totale degli iscritti al netto degli immatricolati; studenti stranieri che hanno trascorso un periodo di studio presso l’ateneo/totale degli iscritti; spesa degli atenei e degli enti al diritto allo studio a favore della mobilità internazionale degli studenti6/totale degli iscritti al netto degli immatricolati; inoltre viene considerata la quota di corsi offerti in lingua inglese e i corsi di studio a doppia laurea o titolo congiunto (double degree);
  • Occupabilità: tasso di occupazione dei laureati nel 2019 (magistrali biennali e magistrali a ciclo unico) a un anno dal conseguimento del titolo.

Per la costruzione degli indicatori sono state utilizzate le seguenti fonti:

    • Miur – Ufficio di statistica e elaborazione su dati Anagrafe Nazionale degli Studenti Universitari e dei Laureati;
    • Miur – Ufficio di statistica – Diritto allo Studio;
    • Nuclei di Valutazione;
    • Uffici di ricerca statistica degli Atenei;
    • Agenzia Nazionale Erasmus+;
    • Almalaurea: Condizione occupazionale dei Laureati. Rapporto 2021 e Profilo dei Laureati 2020. Rapporto 2021.
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