MESSINA. E’ attivo ormai da tre giorni (esclusi sabato, domenica e lunedì) il servizio “Messina famlily card” attivato da Palazzo Zanca per aiutare le famiglie colpite dalla crisi economica che investe l’Italia, come tutto il mondo, a causa della diffusione del Coronavirus. Dopo appena cinque giorni di attività (a singhiozzo) sono state presentate 8.904 domande, per un importo in voucher di quasi 3 milioni di euro, ha rivelato il sindaco Cateno De Luca, considerando anche che il Comune di Messina non ha dato seguito a tutte le richieste perché ha deciso di dare precedenza alle famiglie con reddito zero, per poi sospendere il servizio durante le festività, migliorarlo (dopo averne sistemato le magagne che si erano palesate nell’utilizzo)  e riattivarlo due giorni fa.

Modifiche insufficienti visto che proprio ieri sera De Luca ha annunciato che sabato, alle 20, sarà nuovamente interrotto il portale per presentare le richieste per ulteriori modifiche e fare delle verifiche a chi già si è registrato. Intanto, tra le domande già presentate, 202 secondo il primo cittadino non sono risultate veritiere e attribuite ai “furbetti“. In realtà, ha spiegato il consigliere di LiberaMe Massimo Rizzo, che sin dall’inizio si è attivato per rendere più semplice l’utilizzo della piattaforma per chi avesse bisogno di aiuto,  un deficit della piattaforma è quello di non poter tornare indietro nel caso in cui si inserisca un dato errato: in questo caso bisogna completare la procedura e poi inviare una mail per richiedere l’annullamento della domanda.

Di queste istanze, fino a ieri sera, ne risultavano 1.096, anche se, spiega l’assessore alle Politiche Sociali, Alessandra Calafiore, sono in continuo aumento perché stanno smistando le mail. Il dato, fornito nella consueta diretta Facebook del sindaco, era stato etichettato da Cateno De Luca per coloro che avessero inizialmente “fatto i furbi” approfittando delle imperfezioni del portale appena realizzato, per poi cedere al suo ultimatum, ma proprio per questa impossibilità di correggere un errore, potrebbero non trattarsi di tutti casi omogenei.

Ma come funziona la procedura di richiesta del sussidio che potrà essere utilizzato per beni di prima necessità o per pagare affitti e bollette? Come è stato spiegato qualche giorno fa in diretta Facebook dai consiglieri comunali Massimo Rizzo e Daria Rotolo, in realtà è molto semplice: basta accedere al portale istituito da Palazzo Zanca (da questo link, ma anche attraverso il sito del Comune di Messina), inserire i dati richiesti e aspettare l’erogazione del voucher che consiste in un pin da presentare nei negozi convenzionati (attualmente 86, ma la lista è in continuo aggiornamento. Qui l’elenco delle attività con la rispettiva zona). Ieri sera, il primo cittadino ha anche informato i commercianti non ancora convenzionati che se vorranno stipulare un accordo con il Comune di Messina dovranno farlo entro il 30 aprile.

Le informazioni da inserire sono il codice fiscale, il numero dei componenti del nucleo familiare, il numero di telefono, la mail e la dichiarazione del proprio reddito nei mesi di marzo, aprile e maggio. Inoltre sarà richiesto di barrare una delle tre categorie a cui si appartiene in questo momento: A) Chi non percepisce alcun reddito; B) Chi non usufruisce di nessun sussidio pubblico (come ad esempio il reddito di cittadinanza); e C) Chi già è beneficiario di un sostegno pubblico. Ovviamente, la piattaforma verificherà i dati inseriti, come ad esempio nel caso del nucleo familiare, visto che più è numeroso e più è cospicuo l’importo erogato dal Comune: il portale è infatti collegato all’ufficio anagrafe di Palazzo Zanca per verificare la veridicità dell’utente e, in caso di errore, correggere il numero dichiarato (qui per sapere chi ha diritto e per quale importo).

Una volta completata la procedura arriverà una mail all’indirizzo inserito, e all’interno di questa ci sarà un link su cui confermare la registrazione. Quando il sistema avrà preso in carico la richiesta e avrà confermato che tutto è in regola, arriverà un’altra mail con il voucher. Già nei giorni scorsi, però, è stato più volte ribadito da De Luca, Rizzo e Rotolo, che si darà priorità a chi ha reddito 0 e non usufruisce di alcun sostegno pubblico. Per quanto riguarda i titolari di partita Iva, gli autonomi e i stagionali che hanno dovuto chiudere la loro attività secondo le disposizioni del Dpcm e che avrebbero dovuto beneficiare di un’indennità da parte dell’Inps, ma non gli è ancora arrivata, il primo cittadino ha chiarito che possono fare richiesta per il buono spesa, ma che una volta arrivato il sussidio da parte dello Stato dovranno presentare la rinuncia.

Chi non può completare la procedura online, in via telematica, può invece recarsi alla sede della propria Circoscrizione e farsi aiutare dagli impiegati. Ma questo, spiega il consigliere Rizzo, solo in caso di impossibilità.

A questo punto, l’esercizio commerciale convenzionato tramite un’applicazione inserirà il codice e ne verificherà l’esistenza e l’importo, evitando che si possano utilizzare codici falsi o che si spenda meno di 20 euro o più di un quarto della somma totale (in modo che il buono venga suddiviso in quattro settimane). A fine mese, infine, rendiconterà al Comune la somma dei buoni spesa che sono stati presentati al negozio per ricevere il rimborso.

Sui 32 milioni di euro attualmente stanziati (e 120 milioni annunciati in totale dal sindaco da “spendere e rendicontare”), attualmente ne sono stati erogati 2.712.218 euro, per un totale di 8.904 richieste, e di questa somma è stato già speso circa il 15%, pari a 341.439 euro. Nello specifico, si tratta di 4.839 buoni per la categoria A, 1.787 per la categoria B e 2.278 per la categoria C.