MESSINA. Puntare sul rilancio dell’edilizia e sulle infrastrutture, sfruttando i fondi del Masterplan e Pon Metro, senza dimenticare la messa in sicurezza delle due tratte A18 e A20 e la costruzione di nuovi alloggi popolari. Sono i punti fermi da cui ripartire per il rilancio della città di Messina secondo Ivan Tripodi e Pasquale De Vardo della Uil, che in una lunga riflessione sulle iniziative politiche da intraprendere nel 2019 prendono di mira la Giunta De Luca. Se tutti gli obiettivi prefissati non venissero portati a termine, secondo la sigla sindacale, “nell’attesa della debacle definitiva, non ci resterà che sognare tram volanti e casinò a Palazzo Zanca, nel mentre i nostri figli, tutti i giovani e i lavoratori disoccupati continueranno a scappare da Messina”.

Di seguito il comunicato del sindacato:

«Non è un caso che da quando il comparto dell’edilizia e il settore delle costruzioni della Città metropolitana di Messina è in crisi, l’intera economia messinese è drammaticamente affondata: i numeri di questo tracollo sono impietosi e non lasciano più spazio per vuote analisi socio-economiche o per banali considerazioni colme di speranza per un futuro che, ormai, senza fatti concreti si preannuncia ancor più tragico. Siamo all’anno zero e non c’è più tempo da perdere. Lo sviluppo della nostra provincia deve esclusivamente passare dalla realizzazione o, in pochi casi, dal completamento delle infrastrutture. La mancata realizzazione delle infrastrutture pesa come un macigno sulla testa delle classi dirigenti, attuali e passate, nessuna esclusa, e provoca un’oggettiva arretratezza e un pesante gap della Sicilia, a partire da Messina che è la sua porta con l’Europa continentale. Parliamo di opere indispensabili per poter affermare di essere cittadini europei a tutto tondo. Ad esempio, urgono il completamento del raddoppio ferroviario sulle tratte Messina-Catania e Messina-Palermo e la realizzazione di approdi turistici e commerciali. Parliamo, pertanto, delle cosiddette priorità che, oggi, con amministrazioni all’altezza del ruolo sarebbero facilmente cantierabili poiché siamo in presenza di ingenti risorse e di importanti somme. Lo stesso governatore siciliano Musumeci ha affermato che la Sicilia è la regione più esposta d’Italia e nel contempo quella meno attrezzata dal punto di vista infrastrutturale; e, allora, al di là degli annunci, cosa si aspetta? Le risorse per la realizzazione di opere nella Città metropolitana di Messina esistono, ma, nei fatti, non vi é alcuna traccia di realizzazione e di impiego di questi preziosi finanziamenti che rischiano, nel breve volgere di qualche mese, di tornare indietro per palese incapacità di spesa da parte delle Istituzioni locali, a partire dalla deludente giunta del sindaco De Luca».

«A conti fatti vi è quasi un miliardo di euro provenienti dal masterplan, dai patti per il Sud e per Messina, dai fondi pon metro e da altre misure che potrebbero far ripartire l’edilizia e dare risposte concrete allo sviluppo economico del territorio. Senza dimenticare i notevoli stanziamenti disponibili per il Cas finalizzati alla messa in sicurezza delle due tratte A18 e A20 che, come certificato dalla gravissima tragedia di qualche giorno fa, necessitano di urgente manutenzione. Allo stesso modo, dobbiamo menzionare gli ingiustificati ritardi rispetto al risanamento delle baracche annunciato e mai realizzato che, a nostro avviso, deve passare dalla costruzione di nuovi alloggi popolari. Davanti a questo quadro, i fatti concreti consegnano una realtà drammatica poiché vi è la totale assenza di un’idea di sviluppo futuro e, per quanto riguarda le opere, l’assoluta mancanza della realizzazione dei progetti esecutivi. Altro che infrastrutture e raggiungimento degli standard europei, a Messina ed in Sicilia siamo tornati alle mulattiere e alla cancellazione del diritto costituzionalmente garantito alla mobilità».

«L’unico dato certo è che, alla data odierna, decine di migliaia di lavoratori edili rimangono disoccupati e senza alcuna prospettiva occupazionale; accanto a questo danno sociale vi è la beffa poiché il lavoro nero la fa da padrone con la conseguente assoluta mancanza di sicurezza. Come detto, vi è il rischio fondato di perdere definitivamente i notevoli finanziamenti. Lo ribadiamo: questa è l’ultima spiaggia. Il 2018, al netto dei penosi siparietti messi in piedi dall’attuale amministrazione comunale, è stato l’ennesimo anno sprecato in sterili annunci e vuote promesse. È fin troppo semplice accusare continuamente “quelli che c’erano prima” e poi fare anche peggio. La giunta De Luca, anche dopo molteplici specifiche richieste, si è dimostrata insensibile alla questione “lavoro”, non preoccupandosi minimamente delle prospettive occupazionali che, se utilizzate, potrebbero avere queste ingenti risorse. Migliaia di lavoratori sono in attesa di una possibile collocazione in questi ipotetici appalti. Ecco perché, a nostro avviso, il 2019 deve essere, senza se e senza ma, l’anno delle infrastrutture e delle opere pubbliche. Infatti, applicando il protocollo d’intesa sottoscritto dalla precedente amministrazione e dalle organizzazioni sindacali del comparto dell’edilizia, si potrebbe consentire il massimo impiego occupazionale delle maestranze messinesi. Se, almeno per una volta, l’amministrazione comunale e metropolitana, le varie istituzioni, le parti sociali, le forze politiche e tutti gli organi preposti non remeranno dalla stessa parte, Messina perderà l’ultima grande occasione di sviluppo e di rilancio economico/occupazionale avuta negli ultimi anni. Ecco perché, a nostro avviso, tenuto conto delle grandi qualità evidenziate e dell’enorme sensibilità dimostrata sulle tematiche sociali, la regia unica di questo tavolo virtuale dovrà essere affidata nelle sapienti mani di S.E. il Prefetto di Messina la dott.ssa Maria Carmela Librizzi».

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