MESSINA. Si svolgerà il prossimo 15 novembre alle 18 alla sede della CGIL Messina in via Peculio Frumentario 6 il dibattito su “Inquadrando Palestina”, con Marco Pirrello. A discutere con l’autore Anita Magno di Edizioni Mesogea e Renè Abu Rub di European Palestinians Initiative for National Action. Introduce e coordina Sefora Adamovic di Assopace Palestina.

 «Non è un libro di storia o un trattato di geopolitica -scrive l’organizzazione in una nota- Non è, ovviamente, nemmeno un’opera sufficiente a dare una visione completa della questione palestinese. Si tratta degli appunti di viaggio del regista catanese durante la sua esperienza in Palestina, incaricato di documentare un progetto umanitario per una ong. Diciassette giorni, diciassette capitoli, per non dimenticare nulla di quanto visto e provare a raccontare le vite che, veloci e potenti, passano davanti allo sguardo di Pirrello. Il regista etneo, per la prima volta, inquadra la realtà con le parole e anziché soltanto con la macchina da presa. Una scelta narrativa che nasce dal bisogno di rendere giustizia ad Abed, Ihab, Assia, Mohamed e tutti gli altri esseri umani incontrati lungo la strada: raccontare la loro quotidianità, la disperata banalità dei loro desideri e la travolgente voglia di vivere una vita normale. L’autore entra nella Striscia a pochi mesi dalla crisi del maggio 2021 che ha provocato 14 morti israeliani e 248 palestinesi (tra i quali 68 bambini). Dal senso di soffocamento all’arrivo e durante la permanenza a Gaza, all’inquietudine per l’incessante ronzio dei droni israeliani in volo: le sensazioni dello scrittore, oltre che quelle dei suoi personaggi, emergono in ciascuna pagina del libro. Servendosi di numerosi rimandi al proprio vissuto personale e professionale, l’autore riesce a rendere Gaza e la Palestina luoghi reali, che trovano spazio nello stesso mondo in cui esistono l’Etna e Catania. Nel racconto di questa martoriata prigione a cielo aperto, c’è spazio per il mare, per Franco Battiato, per il calcio, la musica. Pirrello descrive le vite degli operatori internazionali e dei gazawi con cui stringe amicizia, sospese tra una guerra appena finita e una che probabilmente non tarderà ad arrivare.»

«Parallelamente alle riprese per uno dei progetti della ong Medicos del Mundo nonostante le difficoltà per ottenere i permessi per girare in esterna, il regista catanese trova il tempo di realizzare alcune interviste per un proprio documentario dal titolo “Three Wishes in Gaza”. Si conclude così infatti ogni chiacchierata. “Temevo che fosse una domanda banale, ma allo stesso tempo credevo che potesse generare risposte sorprendenti – dichiara Pirrello – Eppure quasi mi vergognavo a chiedere che desideri avrebbero espresso se avessero avuto la lampada di Aladino. Mi hanno detto cose che altrove sarebbero sembrate scontate o infantili, invece in quella parte del mondo hanno una forza impressionante”. Durante il volo di ritorno, le riflessioni dello scrittore accompagnano la conclusione del libro: dalla libertà di movimento negata tra la Striscia e il resto della Palestina al futuro delle persone incontrate. Chi morirà sotto le prossime bombe? Chi abbraccerà la lotta armata? Quanti di quegli esseri umani diventeranno i prossimi “numeri del conflitto” letti sui giornali? Sono queste le domande che l’autore si pone, confessando a se stesso che, dopo questo viaggio, non è certamente la stessa persona di prima»

 

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