MESSINA. È fuori dalla mezzanotte di oggi, venerdì 13 dicembre, su tutte le piattaforme musicali digitali il nuovo singolo del cantautore, della provincia della città dello Stretto, Oratio in collaborazione con l’amico, producer, autore e musicista, Renato D’ Amico. Una collaborazione già consolidata nel luglio 2024, con l’uscita, per l’etichetta Tuma Records, dell’EP “Cinque Canzoni”, che prosegue, per l’appunto, con “Il sale nelle orecchie mi fa innervosire”, distribuito sempre dall’ etichetta indipendente messinese. Un brano dove la struttura del cantautorato italiano più autentico, pulito e senza fronzoli, incontra il sottofondo delle onde del mare e quel funky contagioso che può nascere solo in spiaggia al tramonto; le reference riportano a quel sapore di sale di fine anni ’60, a Lucio Dalla, ai più attuali Colapesce e Marco Castello, alla Comitiva Band, ma all’ ascolto risulta avere, e tracciare, una sua ben precisa identità e personalità, del tutto unica ed originale. “Il sale nelle orecchie mi fa innervosire” arriva come un fulmine a ciel sereno nel momento più azzeccato, siamo in prossimità del Natale, del Capodanno, sono giorni di festa ma anche di bilanci, e quando ci si ritrova ad affrontare il resoconto dell’anno quasi passato scatta, quasi sempre, un sorriso dolceamaro che ti riporta a quella sensazione dell’aver perso, forse, quello che poteva essere ma non è stato. Nel periodo più freddo dell’anno, il ricordo di un’estate serena sulla spiaggia è, per di più, l’abbraccio più caldo in cui ci possiamo proiettare. Il testo, scritto da Andrea Corno in arte Oratio e Renee, all’ anagrafe Renato D’ Amico, racconta la fine di una frequentazione estiva, una storia d’ amore che si torva agli sgoccioli tra i pensieri dell’inverno in arrivo ed i ricordi della calda stagione, la pace della sera, i ragazzi in festa, quella sensazione di non avere responsabilità, la paura di lasciarsi andare e non ritrovarsi. “Quando il freddo è alle porte, non so per quale motivo, ritorno a spolverar ei ricordi estivi, forse per riscaldarmi un po’ – sottolinea Renee – parlandone con Oratio ci siamo resi conto che l’estate per noi siciliani è una condizione mentale, un ritorno al passato, fatto di luoghi speciali e momenti preziosi vissuti in pochi mesi e custoditi nella memoria. Quei giorni vissuti con la birra in mano davanti al mare e la consapevolezza del loro rapido scorrere, diventano un antidoto contro l’inverno. La musica si trasforma in un mezzo per superare la malinconia, invitando ad immaginare il sole e a rivivere la magia dell’estate”.  Uno zoom, quindi, delle ultime notti tra le stelle accese, i bagni nudi a Filicudi, e quelle nuvole cariche di pioggia che arrivano per dare una pausa ad un’estate che prima o poi doveva finire. Una metafora incalzante, dunque, tra quella sensazione di benessere e fastidio che spesso prende il sopravvento quando, pienamente consapevoli che un qualcosa se pur bello è destinato a finire, facciamo i conti col tempo e con i sentimenti, spesso sbagliando e ripensandoci quasi all’ infinito. Una canzone, dove, probabilmente, l’amore e l’intensità dei tuffi, nel blu del mare siciliano, vanno di pari passo fin quando quella sensazione di sale nelle orecchie inizia che sta ad accendere un campanello d’allarme come se tutto avesse una scadenza già programmata, come se l’essere umano, a volte per i più svariati motivi, non sia capace di fermarsi e restare. Una chitarra e dei cori che seguono un gioco di sguardi che si rincorrono, tra orgoglio e gelosia, fin quando arriva il tempo di chiudere e tornare a casa. Forse ci si deve solo crede di più, forse è solo tutto passeggero, o forse non è mai troppo tardi per recuperare, nonostante “è finita l’estate e la vita mia”. 

Come nasce “Il sale nelle orecchie mi fa innervosire”?

“Si può considerare quasi una sesta canzone dell’Ep Cinque Canzoni che è uscito a luglio, perché vede la stessa squadra: le stesse persone che hanno registrato, e gli stessi autori, come testo e musica, che siamo io e Renee. L’abbiamo, infatti, scritto praticamente a metà, un pomeriggio in cui ci siamo visti in Val d’ Erice, dove abita Renato, e così tra bagnetti ed overdose di dolci alla ricotta è venuto fuori questo brano, che ci è piaciuto tanto e cha abbiamo deciso di registrare. Parla di una classica storia estiva che va male, due persone che si separano e che tornano a casa ognuna per la sua strada, una storia che sin dall’ inizio, probabilmente, vive quasi con un piede nell’ estate ed uno nell’ inverno.”  

Il titolo è molto particolare: è una metafora ben precisa?

“È così, è proprio quella sensazione di fastidio di quando senti tutto quel sale nell’ orecchio dopo una giornata intensa di mare. Una roba che a me fa venire anche i brividini. La chiave di lettura è che l’estate è una gran bella stagione e te la vorresti godere in pieno, facendo tutte quelle cose che vorresti fare, solo che poi, puntualmente, arriva un momento in cui non ce la fai più e dici basta. Forse perché fai il pieno, o forse perché non puoi fare sul serio tutto quello che vorresti fare”. 

Come suona?

“Renee è molto bravo come producer, ed in quei due pomeriggi in cui ci siamo visti a casa ha immediatamente improntato la base, quindi abbiamo fatto le chitarre, e capito chi doveva cantare una parte e chi l’altra, e pensato ai cori. Alla fine di quelle due giornate il pezzo era praticamente pronto, ed una volta arrivati poi in studio qui a Firenze, al Bluemoon rec Studio, abbiamo incontrato gli altri musicisti e l’abbiamo sviluppato ulteriormente arrivando a quello che poi è la versione finale. Io e Renee siamo molto affini nel modo di suonare, usiamo delle ritmiche un po’ anticipate che si traducono in ritmi estivi, funkettini, anche se il funk è la cifra stilistica più di Renee che mia, però effettivamente mi rendo conto che poi ritorna anche nelle mie di sonorità”. 

Che impronta assolutamente personale e riconoscibile lasci in “Il sale nelle orecchie mi fa innervosire”?

“Ci sono sempre i miei testi un po’ paranoici o dove va sempre tutto male. Di mio qui c’ è soprattutto il ritornello: basti pensare che Renee con quattro parole mi aveva rimandato a quell’ immagine dei picciotti che ballano sulla sabbia ed io subito li ho fatti lasciare, e c’ ho messo in mezzo il fatto dell’orgoglio”.  

C’ è un filo conduttore tra l’Ep ed il singolo appena uscito?

“Ovviamente oltre la collaborazione e la squadra che ci ha lavorato, c’ è un forte filo conduttore che riguarda il mood musicale che emerge ma non i testi”. 

Programmi per il futuro?

“Ci piacerebbe tanto portare in giro live il singolo, e stiamo già lavorando a qualche altro pezzo insieme in previsione della primavera. È un modo divertente per accompagnare parallelamente quelli che sono i sono percorsi individuali. Per il resto sto lavorando ad un nuovo disco, mentre nell’ immediato, nel mese di dicembre, ho in programma una data il 27 a Palermo e qualcosa su Messina, spero, che verrà presto annunciata”. 

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