MESSINA. La Corte costituzionale si è definitivamente pronunciata (con questa sentenza) sulla questione relativa ai fondi per l’emergenza idrica e il recupero dell’area ex Sanderson, a favore della Regione Siciliana e agli emendamenti che l’attuale sindaco di Messina, Cateno De Luca, ai tempi deputato regionale, aveva inserito nella finanziaria 2018 della Regione. La Ragioneria generale dello Stato aveva dichiarato “inammissibili” i due commi presenti all’articolo 99 (insieme ad altri punti della legge di stabilità), ma la Regione aveva fatto ricorso e dopo due anni la Corte si è espressa.

Il ricorso riguardava il giudizio di legittimità costituzionale degli artt. 31, commi 4 e 5, 45 e 99, commi da 2 a 17 e 25, della legge della Regione Siciliana 8 maggio 2018, n. 8 (Disposizioni programmatiche e correttive per l’anno 2018. Legge di stabilità regionale), promosso dal Presidente del Consiglio dei ministri. la regione Siciliana, ricorrente, era difesa dall’avvocato Marina Valli.

Nella sentenza firmata dalla presidente Marta Cartabia, infatti si legge che la Corte “dichiara non fondate, nei sensi e nei limiti di cui in motivazione, le questioni di legittimità costituzionale dell’art. 99, commi da 2 a 17 e 25, della legge reg. Siciliana n. 8 del 2018, promosse, in riferimento all’art. 81, terzo comma, Cost., dal Presidente del Consiglio dei ministri, con il ricorso indicato in epigrafe”. Quelli di Cateno De Luca erano il 2 e il 5.

Si tratta di 20 milioni per “superare le criticità conseguenti all’emergenza idrica, alla città di Messina, per le attività di ricerca idrica e la realizzazione delle opere di approvvigionamento idrico” e di 25 per “bonificare e valorizzare l’area ex Sanderson ricadente nel territorio della città di Messina”. Adesso, la Corte scrive che “le censure formulate dal Presidente del Consiglio dei ministri devono ritenersi non fondate in ragione della prioritaria necessità di procedere all’impegno e all’attuazione degli interventi entro le scadenze improrogabilmente previste dalla normativa europea”. Infatti la scadenza fissata per l’utilizzo e il rendiconto delle somme è il 31 dicembre del 2023, ma “l’avvio e la realizzazione degli interventi previsti dall’art. 99 della legge reg. Siciliana n. 8 del 2018 dovrà avvenire previo perfezionamento di tutti gli atti propedeutici all’utilizzazione delle risorse”.

Secondo la Regione resistente, le questioni di legittimità sollevate dovrebbero ritenersi “tutte frutto di un travisamento della natura e degli effetti delle disposizioni impugnate”, e che “le disposizioni dell’art. 99 della legge reg. Siciliana n. 8 del 2018 avrebbero solamente natura programmatica e non comporterebbero alcuna deroga o differenza rispetto ai principi e alle procedure che presiedono alla programmazione e gestione sia del POC che del FSC”.

Inoltre, la Corte nella sentenza precisa che era necessario trovare un compromesso fra la necessità di utilizzare i fondi e la corretta seguenza dei procedimenti amministrativi, impiegando ugualmente la somma: “il principio di leale cooperazione che deve ispirare necessariamente le relazioni tra Stato e Regioni impone che il procedimento concertato, previsto dalla delibera CIPE precedentemente richiamata, o analogo procedimento semplificato, venga messo rapidamente in atto da entrambe le parti e tradotto nei provvedimenti, comunque indefettibilmente necessari per evitare il disimpegno dei fondi in esame”.

Cosa prevedevano i due emendamenti? All’interno dell’articolo 99, “Interventi nell’ambito della programmazione regionale unitaria”, l’allora deputato regionale aveva proposto il comma 2 sui fondi richiesti per l’emergenza idrica ed il 5 sul recupero della Sanderson, entrambi a valere sui fondi del Piano di Azione e Coesione – Programma Operativo Complementare (POC) 2014/2020.

Lo Stato li aveva dichiarati “inammissibili” in quanto “Non hanno idonea copertura finanziaria in quanto le risorse del Poc sono programmate ai fini della realizzazione degli interventi approvati dalla delibera Cipe n.52/ 2017, che il comma 1 fa ‘salvi e impregiudicati’ “.

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Roberto Micari
Roberto Micari
23 Aprile 2020 8:08

Chissà Duva DAngelo e Zaffarana se un po’ si vergognano…per Messina