MESSINA. «Le risorse del PNRR sono un’occasione straordinaria per dare una scossa in alcuni strategici per il nostro Paese. In questo senso è un’ottima notizia il provvedimento del Ministero dell’Istruzione che assegna 500 milioni come prima azione dell’ “Intervento straordinario finalizzato alla riduzione dei divari territoriali nel I e II ciclo della scuola secondaria e alla lotta alla dispersione scolastica” nell’ambito della linea di investimento 1.4. La mole di finanziamenti deve, però, accompagnarsi alla qualità della spesa affinché gli esiti possano essere strutturali» a commentare il finanziamento rilasciato dal Ministero dell’Istruzione la federazione provinciale di Articolo Uno.

«Nello scorrere la graduatoria degli Istituti Secondari, di primo e secondo grado, nella città di Messina ma anche in provincia -spiegano- balza subito agli occhi una netta prevalenza delle scuole superiori e la totale assenza di alcuni istituti comprensivi che operano in contesti sociali e ambientali più che complicati»

«Lungi da noi ingenerare una contrapposizione tra le scuole -continuano- ma ci è giunto il malcontento che, al di là dei titoli dei giornali, sta pervadendo specie chi opera in quartieri difficili, a contatto con una crescente povertà educativa e che prima di essere scuola è presidio democratico e di assistenza socio-culturale. Ci pare inaccettabile che, nel capoluogo, siano escluse, tra le altre, le scuole che operano al CEP, a Santa Lucia S.C., a Camaro, a Villa Lina, a Giostra e a Ritiro o nell’estrema periferia a sud e a nord del centro urbano»

«Il lavoro dell’Osservatorio sulla Dispersione Scolastica ripreso dal Rapporto Caritas e gli approfondimenti della Commissione Regionale Antimafia hanno certificato i luoghi in cui i divari sono più cospicui e dove è più difficile portare bambine e bambini, ragazze e ragazzi sui banchi di scuola. Un provvedimento che reca nel titolo “lotta alla dispersione scolastica” non può non tenere conto di evidenze che sono sotto gli occhi di tutti e che, anzi, rischia di delegittimare il lavoro di dirigenti scolastici ed insegnati che su quella frontiera svolgono una essenziale funzione di tutela dei diritti costituzionali»

«Fuori da ogni polemica strumentale -concludono- sarà fondamentale capire innanzitutto se queste scuole saranno recuperate su altre linee di finanziamento o se, soprattutto, il Ministero, intenderà costruire i prossimi provvedimenti sulla base dei criteri utilizzati che rischiano di escludere pezzi importanti del sistema scolastico»

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