MESSINA. Salgono a due gli arresti per l’omicidio del vigile del fuoco Roberto Scipilliti, trovato cadavere nelle campagne di Savoca il 14 gennaio scorso nove giorni dopo la scomparsa. Dopo il fermo di Fortunata Caminiti, i carabinieri hanno notificato un ordinanza di custodia cautelare in carcere anche al suo compagno, Fabrizio Ceccio per omicidio e occultamento di cadavere. Nel proseguo delle indagini è emersa anche al figura dell’uomo che era già finito in carcere perché ricercato dal mese di aprile per un’altra vicenda

Oltre all’ordinanza nei confronti dell’uomo, il gip Eugenio Fiorentino ha convalidato il fermo di Fortunata Caminiti che per il momento si trova ricoverata, per motivi di salute, presso l’ospedale di Catania, disponendo un’ordinanza anche nei suoi confronti.  Il provvedimento, richiesto dalla Procura ed emesso in sede di convalida del fermo eseguito dai carabinieri mercoledì scorso, ripercorre la ricostruzione fatta dagli inquirenti circa le fasi dell’omicidio, riconoscendo  l’aggravante della premeditazione”.

 Intanto si fa avanti una nuova ipotesi sul movente.  

Secondo gli investigatori la coppia avrebbe pianificato l’omicidio di Scipilliti noleggiando con documenti falsi un’auto il giorno precedente, procurandosi la pistola, concordando un incontro per attirarlo in trappola e, infine,  giustiziandolo con un colpo di pistola alla testa mentre era in auto.

Nel provvedimento si fa riferimento anche ad un telefono cellulare trovato la sera in cui è stato  è stato eseguito il fermo della donna, durante la perquisizione domiciliare effettuata dai carabinieri all’interno dell’abitazione dove i due hanno trascorsi gli ultimi mesi  e dove erano tornati dopo l’omicidio.  Si tratta di uno dei cellulari in uso alla coppia – quello da cui è stata effettuata l’ultima telefonata  a Scipilliti, forse per confermare l’appuntamento – con tracce di sangue nello schermo

Secondo gli investigatori, quando i due si sono sbarazzati del corpo di Scipilliti gettandolo nel fosso dalla Panda gialla dove era stato ucciso, molto probabilmente si sarebbero sporcati i mani e vestiti di sangue.

Per quanto riguarda il movente,  gli inquirenti stanno vagliando e passando sotto la lente di ingrandimento diverse strade e, al momento, non c’è un’ipotesi investigativa privilegiata. Oltre al mondo delle truffe, nell’indagine starebbero emergendo dettagli che potrebbero portare a ricondurre l’omicidio a tutt’altro tipo di ambienti: in particolare, anche se è ancora presto per ipotizzare una vera e propria connessione con il delitto, l’ambiente che sembra in qualche modo poter entrare in scena è quello delle chat erotiche e degli appuntamenti a pagamento. Si è in attesa degli accertamenti del Ris per ricostruire con maggiore precisione la dinamica del delitto ed accertare – come appare probabile – se sia stata effettivamente la donna a sparare.

 

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