Di Claudia Mangano e Andrea Denaro
MESSINA. Il suo nome era “Black Angel”, ma grazie ad una rifunzionalizzazione in chiave sociale, da ora in poi si chiamerà “Blue Angel”. Si tratta di una “Bavaria 45” lunga 14 metri, che da battello destinato al trasporto illegale di immigrati dalla Turchia all’Italia è diventata il vascello della legalità grazie alla sezione messinese della Lega Navale Italiana. La barca a vela, sequestrata a Pozzallo ad agosto del 2023, confiscata a febbraio 2023 e poi affidata in custodia giudiziaria dalla procura della Repubblica di Siracusa alla Lega Navale messinese, che da inizio anno, e in particolare dall’avvio della della stagione estiva, si sta prendendo cura del veliero organizzando attività a sfondo sociale.
LA STORIA DI BLUE ANGEL. Dai documenti trovati sull’imbarcazione al momento della confisca, la nave risulta di origine greca, e secondo le indagini sembra sia stata rubata e manomessa (sono stati tolti tutti i sistemi di rilevamento e protezione e danneggiate alcune parti dell’arredamento interno). Dalla Turchia faceva la spola con la Sicilia con il nome di Black Angel, anche se in realtà si tratta di una barca da charter (quindi da noleggiare): fabbricata nel 2011, si presenta con quattro cabine e tre bagni. È omologata per 10 persone e di solito, questo tipo di imbarcazioni, il cui costo al tempo era di oltre 250mila euro (nuova, mentre di seconda mano si aggira intorno ai 100mila) vengono affittate per fare delle crociere.
Dopo l’affidamento, richiesto proprio dalla Lega Navale di Messina, il suo scopo è stato completamente stravolto, facendo della barca (e del mare) il simbolo dell’inclusività. Ma non solo: il veliero è stato anche oggetto e soggetto di eventi e corsi che mirano a riavvicinare le persone al mare e alla sua tutela. Proprio nel perseguire questi nuovi scopi, la Lega Navale ha deciso di avviare dei corsi per le forze armate («da dove tutto ha avuto inizio», ha spiegato il presidente della Lega Navale Italia sezione Messina, Pino Soraci) e una serie di progetti con associazioni che lavorano con persone che hanno disturbi psichici o altre disabilità (che già frequentano il lido della Lega, in attività durante l’estate anche per loro).
«L’idea – racconta il presidente Soraci – è quella di aiutare questi ragazzi, che hanno problemi dal punto di vista dell’inserimento sociale. E, infatti, il poter di stare in barca, conoscere il mare e vedere la costa da un altro angolo, può essergli d’aiuto. Queste persone hanno bisogno di vicinanza e conoscenze sempre nuove».
«Con queste attività volevamo dare un segno, perché la barca nasce nell’illegalità – continua – E lo stiamo dando. L’unico limite sono le persone in carrozzina: questa tipologia di barche, e questa in particolare, sono adatte a portare persone che non possono stare in piedi, il problema è che per far salire una persona in sedia a rotelle è necessario un porticciolo per un punto di attracco adeguato, un po’ come quello che ha la Lega Navale di Palermo. Riusciamo a far salire a bordo persone con limitazioni fisiche parziali, ma se hanno bisogno della carrozzina al momento è impossibile».
LA LEGA NAVALE ITALIANA DI MESSINA. La realtà, la cui sede è di fronte la chiesa di Grotte, a Pace, persegue ancora oggi l’obiettivo originario dell’ente creato poco dopo l’Unità d’Italia: diffondere la cultura del mare. Per questo dal 1912 a Messina la Lega cerca di avvicinare tutti al mare tramite lezioni di vela, su derive e barche d’altura, sia per adulti che per bambini. Ma anche con una serie di iniziative dedicate ai diversamente abili, per cui la Lega messinese ha predisposto un’intera parte del lido con ombrelloni appositi: «Facciamo del nostro meglio per i soci che non hanno disponibilità economiche, disabili e classi disagiate che sono impedite ad avvicinarsi al mare».