MESSINA. Natale fa rima con tradizione e cibo, tanto cibo, soprattutto a Messina, dove l’unica cosa da fare dal 24 dicembre al 6 gennaio è arrotolare le maniche, sbottonare i pantaloni e sottoporsi a quella sorta di piacevole supplizio che sono le festività. Secondo il bakery chef Natale Laganà che in città porta avanti l’attività del padre nata nel 1968, per la Vigilia di Natale non può mancare nei banchetti delle famiglie messinesi il “pitone” o “pidone”. Il “principe dello Street Food” è realizzato con semplici ingredienti: farina, acqua, sale, strutto ed un pizzico di zucchero. La particolarità è che la mezzaluna patrimonio della “messinesità” non contiene lievito ma vino bianco, che favorisce la presenza delle tipiche bolle superficiali. «L’usanza- spiega Laganà- è quella di prepararlo, in particolar modo il 24 dicembre sera, come buon augurio della Natività» e accanto all’evergreen “tradizionale” esistono anche una serie di varianti. «Qualcuno- ha spiegato il bakery chef- lo richiede con il pomodoro anche se nella ricetta originale il pomodoro non è previsto e per questo non lo mettiamo attenendoci scrupolosamente alla tipicità del pitone. Ma si ascolta anche il volere del cliente. È preferibile consumare il pitone appena fritto ma anche freddo è molto apprezzato»

Per il giorno di Natale invece non può mancare sulle tavole, popolate o meno, un panettone. «Siamo molto fedeli alla tradizione- spiega Laganà- Produciamo panettoni classici da un chilo con lo stampo basso, fatti con ottime materie prime a cominciare dalla pasta di agrumi siciliani molto profumata e saporita fino alle uova di galline allevate a terra, all’uvetta australiana sei corone che è il massimo della qualità. L’impasto è arricchito da burro, semi di baccelli di vaniglia del Madagascar, Arancia Siciliana e Cedro Diamante, entrambi canditi di livello molto ricercato». E anche in questo caso accanto al classico panettone parte una vera e propria gara di originalità che da vita a tantissime varianti, ad esempio quella al cioccolato o uvetta e malvasia. «Quest’anno si è pensato a dei gusti nuovi che impreziosiscono l’offerta. 

Per festeggiare invece il cenone di San Silvestro, invece si può optare per il “Baccalà fritto in pastella ai Grani Antichi Siciliani” . Con Tumminia e Russello, grazie alla produzione di “Laganà 1968” che non è centralizzata solamente sulla panificazione quindi pane, rustici e dolci ma anche sulla gastronomia. «Questo è un aspetto che fonde tutti i settori della ristorazione del punto vendita di via Garibaldi. «Parliamo del Baccalà fritto che amiamo definire “Alla Messinese”, pensato così da Laganà: questo tipo di pesce, in questa ricetta, viene passato in una pastella (senza uova), per poi essere fritto e servito su una crema di Scarola molto gustosa, mixata con olio, sale e pepe. A completare lo stesso piatto sono i Pomodori Confit, Datterini tagliati a metà e conditi con zucchero, olio e parmigiano e cotti al forno. In uscita, questi si poggiano sul Baccalà fritto che è adagiato sulla crema di scarola. Tutto l’insieme viene guarnito da una grattugiata di Tuma per richiamare l’idea della focaccia messinese che lega i tre ingredienti Scarola, Pomodoro e Tuma.»


E in attesa del conto alla rovescia per dire addio al 2022 e il bakery chef consiglia di abbinare al secondo delle bollicine pregiate.

 



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