MESSINA. Sono diventato famosi, loro malgrado, ad un passo dalla meta, quando il sindaco di Messina, Cateno De Luca, ha sventolato ai quattro venti le generalità di uno di essi, con tanto di visura presso il Pra, il pubblico registro automobilistico: sono i passeggeri della Renault 4, due ragazzi e una ragazza (e un cagnolino) che stracolma di bagagli ha attraversato mezza Europa per arrivare ad Acitrezza, fotografati a bordo della Caronte sabato sera.
Chi sono esattamente? Lo spiega, in un post su facebook, Boris Drozom, l’uomo che ospita i tre ragazzi, che subito smonta il primo “falso mito”, quello che abbiano attraversato l’Europa indisturbati. “Queste persone si trovavano nel Sud Italia da mesi, precisamente in Campania. Dunque non sono partiti negli ultimi giorni dalla Francia o dal Nord Italia per raggiungere la Sicilia”.
Poi c’è il secondo, quello più importante: “Prima di varcare i confini della Campania per dirigersi in Sicilia, sono stati fermati dalla polizia che li ha costretti al test del tampone, conducendoli in ospedale. Il risultato è stato negativo. Ciò che sto dicendo è ufficiale, registrato. Da lì a qui non hanno avuto contatti con nessuno”.
“Sono giunti a Villa San Giovanni prima che la Sicilia chiedesse di inasprire i controlli – continua il post – Hanno comunicato le loro intenzioni alla Protezione Civile e si sono registrati nel portale online della Regione Sicilia, che richiede la registrazione a coloro che entrano nell’isola. Hanno dimostrato di avere ospitalità a Catania ma gli è stato negato l’ingresso ai traghetti senza una spiegazione valida. Sono rimasti per tre giorni e tre notti lì, senza sapere cosa fare. Intanto venivano filmati e insultati dai passanti. Hanno sperimentato sulla propria pelle quell’Italia imbruttita, che si accanisce (scegliendo i nemici sbagliati, facili, comodi e non i veri responsabili dei tanti disastri del nostro paese) e giudica senza sapere. Non parlano nemmeno italiano, dunque non hanno passato dei bei momenti”.
“Ieri, dopo tanti tentativi e ribadendo ancora una volta disperatamente che l’unico luogo dove poter rispettare la quarantena si trovasse in Sicilia e che fosse più rischioso (e contro le ordinanze) lasciarli per strada, si sono imbarcati sul traghetto. Intorno a mezzanotte sono arrivati a Catania. Oggi la famiglia solidale è stata visitata dalla polizia e da qualche giornalista. Sono stati posti tutti in quarantena obbligatoria“.
Chi sono i tre? “Conducono una vita diversa dal comune: viaggiano, guadagnano qualcosa attraverso l’arte di strada, riescono a vivere con poco. Con l’Italia in quarantena sono rimasti senza soldi e senza un luogo dove poter andare. Si sono ritrovati dunque in una situazione di urgenza comprovata. La possibilità più vicina per loro per rispettare giustamente l’ordinanza sulla quarantena era quella di raggiungere la Sicilia dove dei loro amici, una famiglia spagnola e argentina (amici miei), si sono messi a disposizione per ospitarli ed aiutarli. Nonostante vivano in uno spazio ristretto sono soccorsi in aiuto. In un momento come questo bisogna limitare i flussi ed evitare tutti gli spostamenti non necessari, ma questo lo era. Non perdiamo la capacità di verificare, discernere e distinguere i casi, come la signora che in questi giorni ha buttato un secchio d’acqua dal balcone ad una passante pensando che stesse violando la quarantena (era un’infermiera di ritorno a casa dopo un turno massacrante…)”, conclude il post.
tampinati come criminali. quando invece erano probabilmente gli unici in regola con le certificazioni. Il viso del loro ospite brilla di bontà.
Che sia chiaro che per la stragrande maggioranza il problema non sono loro. Figuriamoci. A Villa San Giovanni hanno portato pasti caldi a tutti. Anche a coloro che senza mascherina e protezione hanno creato assembramenti. Il problema è chi gli ha permesso di arrivare. E poi secondo quale criterio hanno fatto il tampone? Non lo volevano fare a chi lavora negli ospedali. (Segue)
Poi ovviamente esiste sempre chi esagera e in situazioni delicate come queste perde la ragione. Mettetevi nei panni di chi amministra. Hanno fatto solo il loro dovere e se hanno esasperato è solo per farsi sentire. Se non avessero fatto questi controlli chi avrebbe avvisato il sindaco di Acitrezza? E senza avvisare lui chi avrebbe vigilato la quarantena? Un abbraccio a questi ragazzi..
E mi auguro che la foto al supermercato dopo aver iniziato la quarantena sia una fake news! State a casa, stiamo a casa, andrà tutto bene.