MESSINA. “Sono vittima d’ un’estorsione, altro che colpevole di tentativo di concussione”. Ci va giù duro Cateno De Luca, da ieri ai domiciliari per l’inchiesta su evasione fiscale legata ad una serie di società della galassia fenapi, e oggi in tribunale per l’ultima udienza prima della sentenza per il processo che lo vede imputato per abuso d’ufficio e tentativo di concussione per opere edilizie realizzate a Fiumedinisi.

Ne ha per tutti, il neodeputato regionale eletto con l’Udc: per chi lo ha “denunciato solo cinque anni dopo: questi ambientalisti che non denunciano prima ma solo molto dopo per un’opera che è “salvare Fiumedinisi dalle alluvioni”, ma anche per la procura di Messina guidata da Maurizio De Lucia, che ieri ha chiesto e ottenuto il suo arresto di per per evasione fiscale: “Una procura non deve occultare prove”, ha detto il neo deputato.

Ad accompagnare De Luca, così come in parecchi appuntamenti elettorali, è il suo avvocato, Carlo Taormina: “Negli armadi di questo Palazzo giacciono prove documentali presentate dal mio assistito nel 2012 e per le quali non abbiamo ricevuto neanche un’archiviazione. Potrebbe dunque essere che nei rapporti difficili tra De Luca e le autorità giudiziarie, il primo abbia qualche ragione?”, ha dichiarato Taormina nella lunga arringa conclusiva.

nel corso della quale è arrivata una “rivelazione”: secondo Taormina, dietro le denunce per la costruzione della struttura per cui è De Luca  a processo oggi ci sarebbe l’ex presidente della Regione, Raffaele Lombardo: “Secondo noi c’è un filo unico che dal 2012 al 2017 Lega alcune azioni giudiziari a carico di De Luca. Il mio assistito è un personaggio che deve essere fatto fuori politicamente come dimostrato dalla similitudine degli arresti del 2011 e di quest’ultimo”.

Perché? “Il fatto che “Fiumedinisi fosse capofila nel progetto di metanizzazione”, progetto per il quale nutriva interessi Lombardo, ha ipotizzato Taormina, che poi ha parlato di “Una mano che lavora nell’ombra”, richiamando il video postato ieri sul profilo Facebook dall’ex sindaco di Santa Teresa, in cui De Luca rivelava di essere stato avvicinato da un personaggio influente che gli avrebbe rivelato l’arresto imminente. “Noi sappiamo bene chi è ma al momento non lo diremo”, ha concluso Taormina.

La pronuncia della corte è attesa per stasera.

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Pippo
Pippo
9 Novembre 2017 16:01

Mi domando come possa un arrestato, ancorchè ai domiciliari, utilizzare facebook per fare annunci al mondo. Non è forse violazione degli arresti domiciliari?