MESSINA. «Non si procede di un passo rispetto a ciò che la situazione generale avrebbe potuto consentire. Il piano della mobilità sostenibile per l’area vasta e metropolitana, integrato fra i territori della Sicilia, avrebbe dovuto avere come obiettivo il miglioramento del sistema di collegamenti, con particolare riferimento alle infrastrutture ferroviarie, ai sistemi di trasporto rapido di massa, alle infrastrutture stradali, all’intermodalità, alle nuove connessioni di mobilità leggera e sostenibile, ai servizi aeroportuali, al miglioramento della rete stradale». Così i gruppi messinesi di Azione (Messina Città Metropolitana in Azione, Con Carlo Calenda per Messina in Azione, Villafranca Tirrena in Azione, Con Carlo Calenda per Milazzo in Azione, Eolie in Azione, Barcellona in Azione, Taormina in Azione), che intervengono in merito alla situazione infrastrutturale, su input del responsabile organizzazione provinciale messinese del partito di Calenda, Francesco De Pasquale.

«L’elaborazione di una nuova strategia comune in materia di mobilità, basata sul rilancio infrastrutturale e dunque anche economico, occupazionale e sociale, è infatti imprescindibile nella politica di rilancio locale della Regione Siciliana, che può trovare una storica occasione di concretizzazione grazie ai fondi europei del PNRR – si legge nella nota – La concertazione delle soluzioni tra le città Metropolitane (Palermo, Messina, Catania) orchestrata dalla stesse Regione Siciliana avrebbe potuto garantire non solo il raggiungimento degli obiettivi, ma anche il recupero di uno dei beni dei Siciliani: il Consorzio Autostrade Siciliane (cui socio unico è, appunto, la Regione). Ciò avrebbe giocato un ruolo di primaria importanza proprio nel rilancio dell’economia del nostro territorio».

«Ai ritardi nella manutenzione delle infrastrutture rilevati nel corso del tempo da autorità ufficiali si sommano, infatti, carenze relative ai sistemi di gestione e monitoraggio attivo della rete, sistemi di comunicazione all’utenza dinamici come PMV o app di viabilità, sistemi di pagamento moderni e conformi con la direttiva telepedaggio – proseguono – Ci troviamo al cospetto di un’ennesima occasione negata e, inequivocabilmente, un potenziale danno erariale immenso per le casse pubbliche, ossia alimentate dai cittadini siciliani i quali, ancora nel 2021, si dà per scontato debbano accettare una condizione di atavica incompletezza e inadeguatezza dei servizi. Il tutto a caro prezzo»

«Salvo, ovviamente, sbandierare promesse elettorali alla bisogna, rievocando i soliti refrain legati ad infrastrutture migliori, collegamenti adeguati, opere ordinarie e straordinarie. E giacché non è imminente la prossima chiamata al voto, sarebbe auspicabile che i partiti che sono al Governo di questa Regione, non persistessero nell’immobilismo, riservando alla campagna elettorale i cari vecchi spot propagandistici, e provvedessero invece a dare risposte, senza che i siciliani debbano attendere oltre», concludono coralmente.

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