MESSINA. Si sono svolti questa mattina gli interrogatori dei sei tra dipendenti e dirigenti del Cas (Consorzio autostrade siciliane) sospesi per sei mesi nell’ambito dell’inchiesta della Dia sugli incentivi progettuali. Quasi tutti hanno risposto al gip Tiziana Leanza, che ha emesso l’ordinanza mentre soltanto uno, in questa fase, si è avvalso della facoltà di non rispondere. 

Hanno risposto alle domande del gip fornendo chiarimenti Antonio Lanteri, Stefano Magnisi, Gaspare Sceusa, Alfonso Schepisi e Anna Sidoti mentre si è avvalso della facoltà di non rispondere Angelo Puccia.  I cinque che hanno risposto, hanno fornito diversi chiarimenti sui progetti per i quali sono stati pagati gli incentivi, presentando anche alcuni documenti a sostegno del lavoro svolto e riservandosi di produrre ulteriore documentazione. Hanno anche respinto l’accusa riguardo ai lavori che non sarebbero stati completati.  

All’interrogatorio era presente anche il sostituto procuratore Stefania La Rosa, che ha condotto l’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita con l’ipotesi di peculato e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, contestata a vario titolo. Le indagini della Dia, la direzione investigativa antimafia, hanno puntato l’attenzione sui decreti di liquidazione di incentivi progettuali gestiti dal Consorzio autostradale tra il 2012 ed il 2013.

Nella difesa sono impegnati gli avvocati Carmelo Scillia, Gianluca Gullotta, Vincenzo Alaimo, Giuseppe Pustorino e Bilardo.

Intanto gli avvocati degli altri indagati hanno presentato le prime istanze di revoca dei sequestri.

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