BARCELLONA POZZO DI GOTTO – Era andato in cortile con i compagni di cella, poi si era allontanato con la scusa di esigenze fisiologiche. È stato ritrovato ieri mattina da un altro carcerato strozzato dalla corda legata al sifone della cella. È morto così a 38 anni all’interno dell’ex carcere psichiatrico, ora Casa circondariale per detenuti semplici o con problemi psichici sopravvenuti. Come nel caso del 38enne che : “Avevamo denunciato mesi addietro la situazione disastrosa dei detenuti dell’ottavo reparto dove sono ristrette persone con malattia mentale e dove è carente l’aspetto socializzante e riabilitativo”, denuncia padre Pippo Insana, ex cappellano dell’Opg di Barcellona Pozzo di Gotto, responsabile dell’associazione “Casa di solidarietà e accoglienza”. E continua: “I soggetti detenuti con infermità mentale (45 minorati psichici, 15 con art 148 per sopravvenuta malattia mentale, 18 in osservazione psichiatrica, due prosciolti che dovrebbero stare nella Rems e uno con misura di sicurezza provvisoria), vivono in solitudine e abbandono una vita senza senso e senza speranza. In questo contesto è comprensibile il suicidio del minorato di 38 anni”.
“Ci sono da noi due persone che erano sottoposte a regime di detenzione, una volta terminata avrebbero dovuto andare in Rems ma in quelle strutture non ci sono posti, perciò nonostante le nostre plurime richieste alla magistratura di sorveglianza, per il momento rimangono qui”, spiega il direttore del carcere, Nunziante Rosania. Una sorta di Rems, però, potrebbe essere attivata all’interno del carcere: “Abbiamo messo a punto un progetto per l’attivazione di una struttura all’interno totalmente affidata al Dipartimento di salute mentale, siamo in attesa che la Regione e l’assessorato prendano una scelta definitiva”, conclude Rosania.
Nella stessa giornata, un altro detenuto è morto a seguito di un ictus. In carcere a Barcellona con disagio psichico, un uomo di 70 anni aveva avuto un ictus. Ricoverato da qualche giorno ieri sera è morto in ospedale.