MESSINA. Un lungo commento di sfogo per dire “basta alla pubblicità con il nome di mio padre”. A scriverlo è una utente di facebook, qualificata come figlia di Pietro Marra, messinese deceduto qualche mese fa, e intervenuta sui social per commentare l’ultimo post su Facebook del sindaco Cateno De Luca, che ha rilanciato nuovamente il suo brano musicale sulle baracche messinesi (pubblicato ieri).

«Mio padre – è la sintesi del suo commento – non se ne è andato per l’amianto, ma per un melanoma. Mio padre le ha cercato per 4 anni un alloggio, dato che nelle baraccopoli non si respirava. Il nuovo alloggio glielo ha dato dopo 4 anni, nonostante sapesse che era malato terminale. Quindi cosa sta parlando a fare? A mio padre toccava come a tutti a Fondo Fucile. Mio padre non è morto dannato, questa cosa non te la faccio dire. Ora dico basta a questi post e al fare pubblicità con il nome di mio padre. Evita di fare certi post. Tutta Fondo Fucile sa la verità».

 

Un commento a cui il sindaco ha replicato, specificando il suo intento: «Il racconto riguarda le condizioni generali esistenti ed accertate dall’Asp. Il riferimento a suo padre, che ho conosciuto personalmente, riguarda la crudeltà della vita che non ti ha concesso la possibilità di vivere in una vera casa perché quando ti è stata data purtroppo era troppo tardi. La storia di tuo padre è stata per me fonte di ispirazione e per tutti un esempio positivo di come si possa vivere in una condizione difficile con grande signorilità. Le ricordo che questa amministrazione, in considerazione del quadro clinico di suo padre, le ha dato la priorità nell’assegnazione», scrive il primo cittadino, che fa poi riferimento al recente stanziamento dei finanziamenti da parte del Governo grazie all’operato di Matilde Siracusano, Francesco D’Uva e Pietro Navarra. «Comprendo il vostro dolore ma non posso accettare queste parole ingenerose nei miei confronti perché non le merito e perché non ho mai preteso neanche un grazie da tutti coloro che come lei oggi vivono finalmente in una casa vera».

 

 

 

 

La questione poi si tinge di “giallo”. Molti utenti hanno lamentato il fatto che i commenti non sono più visibili, mentre la moglie dell’uomo (intervenuta a sua volta in precedenza con un commento successivamente cancellato) scrive dopo la replica del sindaco che qualcuno sarebbe entrato con il suo contatto (ed evidentemente anche in quello della figlia): «Non siamo stati noi a scrivere quel commento».

 

 

 

(screenshot tratti dalla pagina “Verificatore automatico di post di Cateno De Luca)

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