MESSINA. Con l’ingresso nell’estate meteorologica, le valutazioni sullo stato di siccità iniziano a scontrarsi con gli effetti dell’aumento delle temperature sul ciclo dell’acqua. È quanto emerge dall’analisi mensile del Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano (SIAS). Secondo il centro infatti le precipitazioni che si registrano nel corso dei mesi più caldi, a causa dell’evaporazione più veloce, risultano meno efficienti nel rifornire le riserve idriche dei suoli e dei corpi idrici superficiali e sotterranei, pertanto influiscono sui fenomeni siccitosi meno di quanto i numeri lascerebbero intendere.
“Non sono sfuggite-scrivono- a questa osservazione le piogge di giugno, che, pur essendo state localmente abbondanti, hanno attenuato la siccità a lungo termine meno di quanto si potrebbe ritenere in base agli indici, come del resto confermano i ridotti incrementi dei volumi disponibili negli invasi delle aree interessate dalle piogge. Le anomalie termiche dei mesi estivi saranno determinanti nel rendere le attuali valutazioni con gli indici SPI attendibili o meno, poiche la condizione relativamente favorevole rappresentata attualmente dagli indici a breve termine potrebbe nella realtà degradarsi velocemente in caso di forti anomalie termiche come quelle osservate negli ultimi anni.”
Nel dettaglio secondo l’analisi del centro l’indice SPI a 3 mesi mostra un’evoluzione legata all’uscita di febbraio (mese piovoso) dalla finestra di osservazione; si riducono quindi le aree in stato di umidità moderata e compaiono piccole aree in condizione di siccità moderata nell’area del Golfo di Patti e nella parte orientale della provincia di Agrigento; l’indice a 6 mesi vede variazioni limitate confermando un quadro di assenza di siccità significative, con aumento invece delle aree, specie sulla fascia ionica, in stato di umidità moderata o severa; gli indici SPI12 registrano solo limitati aumenti rispetto a maggio, anche in questo caso evidenziando l’assenza quasi totale di siccità a medio termine significativa. Gli indici SPI a 24 mesi invece diminuiscono ulteriormente per l’uscita di giugno 2023 (mese piovoso) dalla finestra di osservazione arrivando al culmine della rappresentazione degli effetti della siccità 2023-2024, che le piogge degli ultimi mesi hanno consentito di attenuare ma non di superare; oltre la metà del territorio è classificata ora in stato di siccità e molte aree prima in stato di siccità moderata sono ora classificate in stato di siccità severa; nel Palermitano occidentale si allarga l’area classificata in stato di siccità estrema (SPI inferiore a -2), in parte corrispondente all’area sottesa all’invaso Poma, e si allargano quelle in stato di siccità severa, tra le quali si trova il bacino idrografico che alimenta l’invaso Rosamarina; l’indice SPI a 48 mesi registra invece variazioni limitate continuando a presentare un quadro articolato, condizionato da alcuni eventi pluviometrici, specie del 2021, la cui impronta è tuttavia difficilmente ritracciabile sul quadro attuale delle riserve idriche disponibili.