La figlia unica
Casa editrice: La nuova Frontiera
Autrice: Guadalupe Nettel
Anno: 2020
Poi ho pensato che l’amore si riveli spesso illogico, incomprensibile. Molti di noi fanno così quando si innamorano di una persona molto malata; di una persona che vive lontano; di una persona impegnata in una storia precedente, nella quale non c’è posto per noi. Chi non si è tuffato in un amore abissale pur sapendo che non avrebbe avuto futuro, aggrappato a una speranza fragile come un filo d’erba?
Laura e Alina si sono conosciute a Parigi quando avevano vent’anni. Ora sono tornate in Messico. Laura ha affittato un piccolo appartamento e sta finendo la tesi di dottorato mentre Alina ha incontrato Aurelio ed è rimasta incinta. Tutto sembra andare per il meglio fino a quando un’ecografia rivela che la bambina ha una malformazione e probabilmente non sopravvivrà al parto. Inizia così per Alina e Aurelio un doloroso e inatteso processo di accettazione. Non sanno ancora che quella bambina riserva loro delle sorprese. È Laura a narrarci i dilemmi della coppia, mentre anche lei riflette sulle incomprensibili logiche dell’amore e sulle strategie che inventiamo per superare le delusioni. E infine c’è Doris, vicina di casa di Laura, madre sola di un figlio adorabile ma impossibile da gestire.
Questo libro è illuminante perché esplorando le varie forme che la maternità può assumere (non desiderata, subita, desiderata follemente) permette di liberarsi dalle sovrastrutture e dai tabù che sul tema ci vengono imposti.
Impaziente. Un’esplorazione femminista del cancro al seno
Casa editrice: le capovolte
Autrici: Mounia el Kotni e Maëlle Sigonneau
Anno: 2024
Maëlle ha 30 anni quando scopre di avere un cancro al seno metastatico, ritenuto incurabile. E la sua esperienza di terapia da fatto privato si fa politico. Un grido di denuncia, uno sguardo per approfondire il percorso di cura che ogni anno coinvolge migliaia di donne, ma su cui ancora pesano una narrazione stereotipata che guida forme di business truccate di rosa, molteplici aspettative di genere imposte dalla società, casi di violenza oncologica spesso sottaciuti o difficili da riconoscere. Partendo dall’esperienza personale di Maëlle Sigonneau e dai lavori di ricerca dell’antropologa Mounia El Kotni, nasce questo volume, che fa seguito al podcast di successo Im/Patiente, prodotto e distribuito in Francia nel 2019.
Da leggere perché è un libro di analisi e di lotta, per provare a cambiare sguardo e agire insieme, tessendo nuove forme di alleanza, contro la malattia del secolo.
Vite ribelli, bellissimi esperimenti
Casa editrice: minimum fax
Autrice: Saidiya Warthman
Tra i migliori 100 libri del Ventunesimo secolo per il New York Times. Cosa significa desiderare una vita bella quando la sopravvivenza stessa non può essere data per scontata? Come si fa a immaginare la libertà quando si è costrette a sottostare alle regole dell’esclusione? Due o tre generazioni dopo la fine della schiavitù, le giovani donne nere scoprivano la città e le sue promesse e rifiutavano i ruoli angusti che la società aveva loro assegnato. Prima degli scrittori, prima dei predicatori e degli studiosi di questioni razziali, le ragazze nere si interrogavano sul senso profondo della libertà e scoprivano che era possibile portare avanti una vera e propria rivoluzione agendo sull’unica dimensione di cui potevano avere il controllo, quella intima. Per descrivere il mondo attraverso i loro occhi, Saidiya Hartman parte dagli archivi – fascicoli della polizia, articoli, album di famiglia, resoconti dei sociologi – da cui trae l’ossatura delle vicende che racconta. Vite ribelli, bellissimi esperimenti racconta storie di amore liberissimo, di madri «single» ma tutt’altro che sole, di lavori umilianti rifiutati e di affetti nati dentro le stanze di un carcere femminile.
Riportare alla luce ciò che è stato cancellato o rimosso, dare la parola al silenzio: questo è il lavoro straordinario che Hartman svolge con rigore e partecipazione, incrociando le storie di queste donne disobbedienti a quelle di personaggi noti come Billie Holiday, Paul Laurence Dunbar e W.E.B. Du Bois
Femminismi contro. Pratiche artistiche e cartografie di genere
Casa editrice: meltemi
Autrice: Elvira Vannini
Anno: 2023
Se oggi siamo in grado di denunciare i limiti di un approccio eurocentrico e patriarcale alla storia dell’arte, i suoi protocolli e i suoi valori dominanti, d’altra parte non siamo ancora riuscite a costruire delle narrazioni contro-egemoniche. Il femminismo incontra il canone artistico come struttura di esclusione e di subordinazione che marginalizza le minoranze di razza e di genere e, pertanto, gli archivi femministi – dimenticati o soppressi – sono tra gli strumenti che abbiamo a disposizione per scrivere queste contro-storie. I saggi e gli scritti pionieristici qui raccolti, pressoché invisibili nel panorama italiano, intendono ricomporre le “geografie posizionali” tra arte e femminismi che, a differenti latitudini e temporalità storiche, pertengono al dibattito sul Sud globale, alla riflessione anticoloniale e alla critica al capitalismo.
Mettendo in discussione il paradigma di centro-periferia, le costellazioni artistiche del Terzo mondo e dell’Est Europa si aprono a una moltitudine di voci provenienti da culture diverse e capaci di esplorare le “differenze” della rivoluzione femminista senza includerle in una storia già scritta.
Bastarde Senza Gloria
Casa editrice: Sartoria utopia
con testi di Gemma Gaetani, Alessandra Racca, Alessandra Carnaroli, Anna Lamberti-Bocconi, Valentina Diana, Silvia Salvagnini, Manuela Dago, Francesca Genti, Chiara Daino
a cura di Francesca Genti
Anno: 2014
Nove poete dell’Italia contemporanea si misurano con un genere antico quanto la poesia, quello dell’invettiva. Un’antologia sorprendente dove voci potenti quanto eterodosse compongono i loro personalissimi j’accuse mischiando sdegno e ironia, rabbia e comicità, pubblico e privato.
Un’antologia che è un pugno nello stomaco, ma anche l’importante conferma che la poesia contemporanea può essere usata come strumento vivo e vibrante e che la potenza eversiva della parola non è solo un modo di dire.