MESSINA. Si terrà il prossimo 18 gennaio, davanti alla Prefettura, il presidio di protesta, promosso dal SI Cobas Messina, dei disoccupati e delle disoccupate di Messina, che esprimeranno la solidarietà ai lavoratori sfruttati di Prato, opponendosi al Decreto Sicurezza di Matteo Salvini.
«Non abbiamo trovato porte chiuse durante il confronto del 14 Gennaio con l’Amministrazione Comunale. È stato un tavolo costruttivo – si legge in una nota stampa – nel quale si è discusso di prospettive di lavoro in città, una rielaborazione della visione prettamente amministrativa, dove il punto di vista unico solitamente è “espletare un servizio alla cittadinanza, non ha importanza come, l’importante farlo a prezzi competitivi”. Ecco! A questo Tavolo Tecnico, ci siamo posti “il come”, perché è fondamentale, in una città come Messina, con un tasso altissimo di disoccupazione, ci si ponga il problema».
«Messina Servizi Bene Comune – si legge ancora – gioca un ruolo chiave in tutto questo, perché, come già detto in precedenza, la raccolta differenziata richiede un ampliamento delle risorse umane, ed in virtù di una modifica del Contratto di Servizio che attenderemo a Febbraio, le competenze dell’azienda si allargheranno, e maggiore sarà la necessità dell’ampliamento organico. Mentre il confronto rimane aperto, e la volontà politica dimostrataci degli Assessori e dal Sindaco De Luca ci fan ben sperare ad un concreto accoglimento le nostre richieste, noi continueremo a lavorare approfonditamente sulle proposte, in attesa di rincontrarci il 18 Febbraio 2020 alle ore 11,00.  Nel frattempo i Disoccupati Organizzati e gli Inquilini Resistenti del SI Cobas Messina, domani Sabato 18 Gennaio alle ore 10.30 si stringeranno in solidarietà ai loro compagni Operai di Prato colpiti dall’illegittimo e ripugnante  Decreto Sicurezza di Salvini  e saranno in Presidio davanti alla Prefettura di Messina. Perché creare una rete di solidarietà tra sfruttati  è importante, noi Sì Cobas continueremo a costruirla in ogni parte del Territorio Nazionale, perché ove sarà necessario, saremo ovunque a rivendicare i diritti fondamentali».
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