MESSINA. Non accenna a spegnersi la querelle sulle nomine di presidenze e consigli d’amministrazione delle partecipate effettuate ormai dieci giorni fa dal sindaco Cateno De Luca. Ultimi in ordine di tempo ad intervenire sono i consiglieri del Movimento 5 stelle, che già all’indomani delle nomine avevano avuto da ridire, e oggi vanno sullo specifico e segnalano “gravi anomalie e abusi nella designazione dei vertici delle società partecipate e dell’Ente Teatro”, e sul tema propongono un’interrogazione urgente, chiedendo la revoca del Decreto Sindacale dello scorso 27 luglio.

“Oltre a non essere in linea con quanto dichiarato in campagna elettorale dal primo cittadino, che ha aumentato il numero delle poltrone dopo aver garantito di voler ridurre i costi della politica per risanare il Bilancio Comunale – spiega il capogruppo pentastellato Andrea Argento, primo firmatario dell’interrogazione –  le designazioni e le nomine nelle Partecipate da parte del Sindaco, che si è di fatto sostituito agli organi preposti, violano le disposizioni di legge”.

Nello specifico, per ciò che concerne l’Ente Teatro, le nomine sono infatti di competenza regionale, in base alle modifiche apportate alla normativa in vigore (art. 6, comma 5 della legge regionale 11 agosto 2017), al decreto assessoriale del 31 luglio 2018 e alla successiva diffida all’Ente Teatro di adeguare, entro trenta giorni, il proprio Statuto alle disposizioni di legge.

Per ciò che attiene le Partecipate, in ossequio al Decreto Madia, sia l’Amam che MessinaServizi Bene Comune avevano deciso invece di prevedere alla guida delle rispettive società la figura dell’Amministratore Unico: a tutt’oggi non si hanno notizie di eventuali formali modifiche dell’organo di governo, atteso che il ripristino dei singoli Cda vada debitamente deliberato dall’assemblea dei soci.

“Alla luce di ciò – concludono i consiglieri del M5S – chiediamo al Sindaco se intende revocare queste nomine illegittime e se intende mantenere fede al suo proposito di mettere in liquidazione le Partecipate, condizione che, inevitabilmente, trascinerà l’Amministrazione Comunale nel baratro politico-amministrativo”.

Sul tema si erano già pronunciati due consiglieri comunali. Alessandro Russo, di LiberaMe, che si era soffermato in particolare sulla nomina ai vertici del teatro di Enzo Caruso, facendo notare l’incongruenza con decreto regionale, e Salvatore Sorbello del gruppo misto, che aveva sollevato perplessità sulla composizione a tre dei consigli d0’amministrazione, quando il decreto Madia dava la possibilità di nominare solo un amministratore: il che sarebbe stato più in linea con il principio del risparmio dei costi della politica che De Luca ha spesso richiamato come cardine della sua amministrazione

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