MESSINA. Nove condanne e due assoluzioni. Questa la sentenza del processo scaturito da un’indagine dei carabinieri che qualche anno fa aveva scoperto un sistema  di false attestazioni per riabilitare i protestati. Il giudice  ha condannato Giuseppe Smiroldo a 6 anni, Nicola Tornese a 4 anni ed 8 mesi, Salvatore Scavello 5 anni, Angelo Di Dio 4 anni e 8 mesi, Grazia Fiumara 3 anni, Marisa Ridolfo, 3 anni e 2 mesi, Paolo Florio a 3 anni e 2 mesi, Salvatore Puglisi 4 anni e 8 mesi, Giuseppe Colosi 4 anni e 8 mesi. Sono stati invece assolti Salvatore Andronico e Francesco Pandolfo con la formula “per non aver commesso il fatto”. Assoluzioni parziali per Tornese e Scavello. La sentenza è del giudice monocratico Fabio Pagana.

L’accusa contestava, a vario titolo, la truffa ed una serie di falsi. Il processo scaturisce da un’indagine condotta dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria nel 2013 che portò a Tornese e Scavello. Il sistema, secondo l’accusa, consisteva nell’avvicinare le persone che si trovavano in difficoltà perché debitori  per poi recarsi all’ufficio di cancelleria del tribunale per attestare che il debitore aveva regolarmente saldato tutti i debiti e quindi poteva essere riabilitato.  L’indagine aveva preso il via a seguito della segnalazione di un commerciante che aveva segnalato l’anomala riabilitazione di un suo debitore. Partendo dalla denuncia i carabinieri della sezione di Pg hanno acquisito diversi documenti.

Nella difesa sono stati impegnati gli avvocati Salvatore Silvestro, Tommaso Autru Ryolo, Salvatore Sorbello, Marinella Ottanà,  Pierpaolo Caruso, Candeloro Olivo, Maurizio Rao, Giovanni Caroè, Filippo Alessi, Antonio Strangi e Chiara Galletta. La parte civile è stata rappresentata dall’avvocato Alessandro Faramo.

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