MESSINA. Tanti i progetti che sono nati negli ultimi giorni in sostegno degli ospedali messinesi, e che sono intenti a migliorare le condizioni, ma soprattutto la sicurezza del personale, che a volte si ritrova sprovvisto di materiali, come le mascherine, necessari  in un momento di emergenza sanitaria.

Da qui nasce l’idea del milazzese Giovanni Bombaci  di realizzare delle mascherine attraverso stampa 3D; iniziativa ospitata e supportata da FabLab Messina e che porta all’ideazione di “Open mask Sicilia”, il progetto che ha lo scopo di donare alle aziende ospedaliere territoriali delle mascherine riutilizzabili che possono essere usate dal personale sanitario in totale sicurezza, durante l’emergenza covid-19.

L’associazione messinese ha progettato e realizzato, in linea con le indicazioni dei medici dell’ospedale di Milazzo, un prototipo di mascherina protettiva creata con una stampante 3D, che permette l’utilizzo di un filtro antibatterico di lunga durata. Le mascherine dall’attacco standard vengono create con gli stessi materiali utilizzati per le bottiglie e gli imballaggi alimentari (filamento PET-G o TPU) e sono del tutto riutilizzabili grazie alla possibilità di cambiarne il filtro, che deve essere fornito dall’ospedale (in quanto non può essere stampato). Per assicurarne una corretta disinfezione, dopo l’utilizzo bisogna lasciarla a bagno per 30 minuti in un disinfettante a base di ipoclorito di sodio; solo successivamente si deve provvedere alla sostituzione del filtro.

Data la semplicità della produzione e la compatibilità medica, i soci di FabLab hanno lanciato un appello chiedendo la collaborazione di tutti i possessori di stampanti 3D e rendendo disponibile il progetto della mascherina sul sito  www.openmasksicilia.it

Caso simile è quello di Francesco Borzì, ingegnere specializzando dell’Università di Messina, che ha progettato un modello riutilizzabile, realizzato con la stampante 3D, sulla base di una mascherina usa e getta, composta da un foro in cui è possibile sistemare il filtro, che può essere semplicemente un ritaglio di una mascherina chirurgica tradizionale, da cambiare ad ogni uso.
Così “ogni utilizzo di una mascherina chirurgica equivale a quindici potenziali utilizzi con questa applicazione” ha affermato Borzì, per poi lanciare l’appello “seguendo il mio modello ogni proprietario di stampante 3D, privato e non, potrà produrre mascherine in quantità con circa 30 grammi di materiale”.
Il modello può essere richiesto alle pagine Facebook e Instagram di Francesco Borzì.

Il prototipo di FabLab
Il modello di Francesco Borzì

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