MESSINA. Sono arrivati i provvedimenti comunali per fronteggiare l’emergenza coronavirus dal punto di vista economico, con l’intenzione, attraverso la Messina Family card, presentata ieri nella consueta diretta facebook, per offrire supporto in termini monetari a chi non è più in grado di provvedere alla spesa,

Il principale provvedimento consiste nella “attivazione e la disciplina di un Fondo Emergenza Covid-19 FEC19″, con l’inserimento della nuova priorità: “miglioramento dell’accesso a servizi accessibili, sostenibili e di qualità, compresi servizi sociali e cure sanitarie d’interesse generale per esclusive finalità di interesse sociale che sarà alimentato da: – Risorse provenienti da Fondi Europei riprogrammati; – Risorse provenienti da Fondi Regionali e Nazionali; – risorse comunali (anche da economie); – contributi e donazioni volontarie da parte di Sindaco, Assessori Comunali, Presidente del Consiglio, Consiglieri Comunali, Circoscrizionali, Presidente e Componenti dei C.d.A delle società partecipate (AMAM, Messina Servizi, Patrimonio spa, ATM, MSC, ARISME), Segretario Comunale, Dirigenti e dipendenti comunale imprese ed associazioni, cittadini”.

Ma da dove arrivano i trentadue milioni di euro annunciati dal sindaco Cateno De Luca? Sostanzialmente dagli 83 milioni di euro del Pon metro, i programmi operativi nazionali finanziati nel 2016 al comune di Messina e alle altre 14 città metropolitane, tramite riprogrammazione dei fondi disponibili:

La prima riprogrammazione riguarda  17 milioni e 323mila euro nell’ambito dell’Asse 3 e 4, quindi servizi sociali. Nello specifico sono 9.056.292 euro riprogrammati da SpaziA- Spazi per l’inclusione Attiva, 3.032.823 euro non ancora impegnati da -WAY-Welfare Activity for Young, 143.959 euro non ancora impegnati dai Centri Socio Educativi per il contrasto ai fenomeni di disagio e sostegno alla genitorialità, 4.734.498 euro non ancora impegnati da “-Recupero e rifunzionalizzazione di immobili pubblici per attività di rivitalizzazione sociale ed economica nei villaggi e nelle aree suburbane degradate e ad elevato rischio di marginalità”, 356.163 euro non ancora impegnati da “Recupero e riqualificazione di spazi pubblici attrezzati a valenza sociale”, poi la riprogrammazione di 1.128.214 euro dal Piano di Azione dei fondi per il contrasto alla Povertà.

Poi ci sono da riprogrammare i fondi del PON Inclusione per 3.216.000 euro, escludendo Tirocini Inclusione, Educativa Domiciliare e Rimborsi Ministero Lavoro, la riprogrammazione di 2.143.931 euro dal Pac infanzia, e riprogrammare il Fead per 218.000 euro.

Non solo: l’intervento più grande riguarda i 8.114.596 euro da riprogrammare a valere sulla legge 328/00 nell’ambito delle somme distinte per annualità 10/12, 13/15, 18/20, il cui utilizzo è subordinato all’approvazione e risultanze del conto consuntivo 2019.

Ci sono anche contributi alloggiativi, spese di utenze, percorsi di accompagnamento per prevenire la perdita dell’alloggio e perseguire l’autonomia abitativa estendendo come destinatari gli individui e famiglie che stanno affrontando un rischio concreto di perdita dello stesso per una riduzione del reddito familiare a seguito dell’ emergenza sanitaria con somme a valere sull’intervento PON 3.1.1a per un importo di 9.056.292 euro.

Curioso, infine, l’acquisto, sviluppo tecnologico e dispiegamento di strumenti che, nel rispetto della normativa vigente, consentano o facilitino il monitoraggio, la prevenzione e il controllo del Covid-19, come tecnologie, strumenti e kit per il monitoraggio, la localizzazione e la gestione dell’emergenza e/o tecnologie innovative per la prevenzione, diagnosi e il controllo della diffusione del Covid-19 nelle sue diverse forme con somme a valere sull’intervento PON 4.2.1a per un importo di 4.734.498 euro

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