MESSINA. Arrivano le prime reazioni ai 24 avvisi di garanzia a chiusura indagini per sindaco, assessori, dirigenti e revisori dei conti per i primi tre anni di sindacatura di Renato Accorinti, con l’accusa di bilanci falsati da errate previsioni, da iscrizioni a bilancio di crediti inesigibili, e di “forzature” per evitare il default.

La prima è Antonella Russo, fiera oppositrice per cinque anni delle politiche economiche dell’ex amministrazione. “La notizia  non mi sorprende affatto. Era nelle cose che, dopo l’inchiesta (che ha già portato ad una condanna in primo grado) sulla veridicità dei bilanci comunali per gli anni 2009-2011, si passasse sotto la lente di ingrandimento anche l’operato della giunta Accorinti per gli anni successivi – spiega la consigliera – Dalla stampa si apprende che l’attuale inchiesta giudiziaria è partita a marzo 2017, ma le avvisaglie che le problematiche sui bilanci, sul rispetto del patto di stabilità, sui mancati accordi con i creditori, sui mancati riconoscimenti dei debiti fuori bilancio, e sui gravissimi disallineamenti con i bilanci delle partecipate, fossero molto gravi e certamente non risolte rispetto agli anni oggetto di indagine giudiziaria, erano oltremodo chiare a chi voleva guardare in faccia la realtà”.

“Desidero solo precisare che già a giugno 2015, come consigliera comunale, avevo presentato una proposta di delibera che chiedeva l’arrivo in città degli ispettori del Ministero dell’Economia e delle Finanze, delibera che mi venne bocciata, ma gli ispettori ministeriali in città sono arrivati lo stesso, due anni dopo, ed hanno spulciato i bilanci del comune di Messina, non su input dei rappresentanti politici locali, bensì su input della Magistratura”, continua.

“Al netto dell’inchiesta giudiziaria, e di ciò che eventualmente ne seguirà, resta il dato politico allarmante di una ipotesi di non veridicità dei bilanci comunali, che si sta estendendo a macchia d’olio fino ai tempi recenti. Allora è legittimo chiedersi: sulla veridicità di quali bilanci è fondato il piano di riequilibrio che dovrebbe salvare le sorti della città, e che è ancora al vaglio ministeriale? E come possono essere credibili le passate e anche recentissime dichiarazioni dell’attuale amministrazione che il comune di Messina avrebbe scongiurato il dissesto, anche senza l’approvazione del piano di riequilibrio finanziario?”, spiega Antonella Russo, tirando in ballo anche Cateno De Luca.

“Risuonano ancora alle orecchie della città le dichiarazioni del sindaco De Luca in occasione dell’approvazione del previsionale 2018, allorchè ebbe a dichiarare che quello era un bilancio non veritiero, targato “amministrazione Accorinti”. E’ arrivato finalmente il momento che si guardi in faccia la realtà, e che si faccia definitiva chiarezza, non solo giudiziaria ma anche politica, sull’esattezza dei bilanci comunali su cui si fonda anche il piano di riequilibrio finanziario, che dal 2012 ad oggi tiene con il fiato sospeso i cittadini messinesi e i numerosissimi creditori”.

 

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