MESSINA. Si continua a discutere dell’asilo comunale di San Licandro. A intervenire sulla vicenda è il consigliere comunale di OraMessina Giandomenico La Fauci, che lo scorso 12 novembre ha presentato un’interrogazione urgente per conoscere i motivi della chiusura e le tempistiche per la riapertura.

«La chiusura dell’asilo nido comunale di San Licandro rappresenta una delle questioni più delicate da affrontare per l’amministrazione», scrive, ringraziando l’assessora Alessandra Calafiore per la risposta (“pur insoddisfacente e arrivata dopo quasi un mese”).

«Ricordo – prosegue – che gli asili comunali sono un servizio sociale fondamentale e che rappresentano il primo passaggio formativo e di aggregazione delle generazioni future. La chiusura dettata da problemi strutturali è vecchia di, ormai, un anno e mezzo. Solo adesso arrivano risposte ma nessuna certezza sulla tempistica finale. Nella nota del presidente – oggi dimissionario – della Messina Social City si comprende come le proposte di ampliamento delle strutture comunali siano state bloccate da problemi di origine tecnica. Al contempo si chiarisce che i soliti problemi burocratici abbiano rallentato tutto».

«L’assessora Calafiore – spiega ancora – sottolinea come siano state trovate le alternative grazie all’ospitalità nella struttura Santa Chiara sul viale Giostra. Allo stesso tempo si è trovato un accordo con la Brigata Aosta per la gestione del nido aziendale della caserma Crisafulli-Zuccarello col recupero di ulteriori 10 posti per i bambini in graduatoria. Apprezzabile ma non soddisfacente: quello che chiediamo è una risposta precisa sulla riapertura dell’asilo di San Licandro. Una vicenda che, quindi, resta in attesa di sviluppi sia per questioni tecniche che burocratiche. Una volta completati i lavori, infatti, occorrerà attendere tutto l’iter per l’agibilità e la riapertura. Devo ripetermi, purtroppo, nel chiedere con forza quali siano le reali tempistiche per la fine di questo disservizio. Comprendo benissimo le difficoltà burocratiche, ma non ammetto che si chiuda la questione celandosi dietro ai soliti iter da rispettare. Ricordo – in conclusione – che gli anni di fruizione del servizio sono limitati dalla crescita dei bambini che passeranno, gioco forza, alle classi successive. Il rischio è quello che gli aventi diritto non godano mai del loro posto in graduatoria, o che lo facciano in strutture “provvisorie” e comunque in una zona distante alla loro residenza».

 

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