PALERMO. Ragazzi e ragazze in fuga, con 44mila persone che vanno via ogni anno, un tasso di occupazione fra i più bassi, soprattutto per i ragazzi di età compresa fra i 15 e i 34 anni, scuole insicure e fondi europei non sfruttati a dovere, mentre cresce sempre più il divario con il Nord Italia e con il resto d’Europa. È un ritratto impietoso quello che emerge dai dati raccolti dal rapporto Svimez, presentato ieri a Roma: la Sicilia, secondo i numeri forniti dall’associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno, è in pratica il fanalino di coda in quasi tutti i settori e da qualsiasi punto di vista. 

A destare maggiore preoccupazione sono i dati, già analizzati più volti ma non per questo meno allarmanti, sull’emorragia giovanile: dal 2000 ad oggi sono infatti emigrati dal sud 2 milioni e 15mila residenti, dei quali più della metà hanno meno di 34 anni, mentre nel solo 2017 i pendolari che si sono trasferiti al centro nord sono più di 26mila.

Ancora più emblematico è il report sull’occupazione femminile: in base alla rielaborazione di dati Eurostat e Istat, emerge infatti che su 277 regioni d’Europa, la Sicilia è penultima con un tasso di lavoro “in rosa” del 29,1%. A fare peggio, in tutti i territori europei, sono solo le isole Mayotte (25,4%), un arcipelago francese che si trova in mezzo all’Oceano Indiano, tra il Madagascar e il Mozambico. Imbarazzante il confronto con la regione di Stoccolma, in testa alla classifica, dove il tasso di occupazione femminile raggiunge il 79,7%.

 

 

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