A teatro, fra amori omosessuali e Ionesco

 

Primo appuntamento della stagione teatrale “Riflessioni” del Clan Off teatro (via Trento 4)inaugurata da “Le mille bolle blu” di Salvatore Rizzo,  tratto dall’omonimo racconto pubblicato in “Muore lentamente chi evita una passione – Diverse storie diverse” (Vittorietti Editore) . Una storia d’amore omosessuale, clandestina, nata nella Palermo degli anni Sessanta che va avanti, parallela ad una vita cosiddetta “normale”, per trent’anni. “Le mille bolle blu” racconta la storia di Nardino e Manuele, barbiere di borgata il primo, avvocato il secondo: si conoscono, giovanissimi, nel salone da barba dove Nardino fa l’apprendista sotto lo sguardo del padre e Manuele è figlio di un cliente facoltoso. La morte di Manuele, per malattia, diventa il pretesto perché Nardino, nell’impossibilità di piangere apertamente l’uomo che ha amato e di gridare a tutti il proprio dolore, ripercorra alcune tappe di quei trent’anni, tra nostalgia e amarezza, rabbia e dolcezza. Un altare di ricordi che sancisce l’universalità di quel sentimento al di là di ogni barriera e di ogni preconcetto. Lo spettacolo, vincitore del premio Associazione Nazionale dei Critici di Teatro 2010, è diretto ed interpretato da Filippo Luna e prodotto da  Nutrimenti Terrestri in collaborazione con Rete Latitudini. Inizio alle 18:30.

 

 

Si mantengono alti gli standard con il debutto della compagnia sperimentale dell’Accademia On Stage, nell’ambito della stagione “Aria nuova in Me”, che porta in scena “La Lezione” di Ionesco al teatro al Piccolo Teatro arb (il Teatro Savio). La regia di questo classico del teatro dell’assurdo è affidata a Paride Acacia, gli attori principali sono Michele Falica, Mariaconcetta Bombaci ed Emanuela Ungaro. I protagonisti  e la trama sono pressappoco medesimi a quelli presenti nell’opera teatrale di Ionesco: un professore, una governante e un’allieva. 

“Questo testo di Ionesco – spiega il regista Acacia – ci permette di leggere lucidamente il tempo che stiamo vivendo, poiché nell’epoca attuale le parole non hanno più significato, non sono più portatrici di nulla e La Lezione promuove proprio l’inconsistenza delle parole. Oggi siamo sommersi in maniera mediatica da quintali di parole che non evocano più nulla, siamo in balia di parolai al potere che usano le parole per omologarci ad un tipo di società e di vita che loro hanno pianificato in maniera coercitiva. L’arroganza del potere e del sapere coercitivo verso l’ingenua ignoranza viene praticato mediante una costante ubriacature di parole svuotate di contenuto”.

 

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