Il “tempo di terremoto”

Soprattutto al termine dell’estate, prima delle alterazioni climatiche, bastava la fine di un vento caldo d’agosto di cardarelliana memoria, accompagnato da una coltre di nubi e da uno strano silenzio, per far esclamare a nonni e genitori: “Tempo di terremoto, è!”. Questo collegamento fra meteorologia e movimenti tellurici è un grande classico della vulgata messinese, anche se non esiste alcun nesso tra le condizioni tipiche del “Tempo di terremoto, è” e il terreno che balla sotto i piedi. La prova più drammatica ce l’ha regalata il 28 dicembre del 1908, quando la città fu spazzata via sotto la pioggia, niente di più lontano dalle condizioni tipiche della leggenda. Unico risvolto positivo, in tutto ciò, è che l’acqua, in questi casi, è sempre a portata di mano: così, nel pieno della calura, si può bere senza alzarsi dal letto…

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Giuseppe
23 Agosto 2019 22:43

Eccellente articolo. Grazie.

Django
Django
18 Settembre 2019 21:16
Reply to  Giuseppe

A chi l’ha scritto paperino?