MESSINA. I militari del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale hanno sequestrato 342 preziosi volumi antichi, riconducibili ad un periodo storico compreso tra i secoli XV e XIX, di proprietà della Biblioteca Ignaziana di Messina, appartenente all’Ordine della Compagnia di Gesù.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Messina e condotte dalla Sezione Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Siracusa, in collaborazione con l’Arma territoriale di Messina, sono state sviluppate a seguito di una sistematica azione di monitoraggio dei siti e-commerce, più volte utilizzati anche per l’illecito commercio di beni d’antiquariato e archivistici.

Tra il consistente numero di volumi rinvenuti, è stato individuato un nucleo di tomi preziosi e rari, con annotazioni manoscritte, elementi decorativi miniati e note d’uso storicamente molto interessanti. È il caso di tre pregiati incunaboli, tra cui due opere di Aristotele e l’edizione del 1476 del “De unitate intellectus contra Averroem” di Tommaso d’Aquino, da considerarsi un unicum  poiché edizione rara censita in soli 26 esemplari (2 in Sicilia).

Le investigazioni, condotte mediante l’utilizzo dalla Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti, la più grande banca dati di opere d’arte rubate al mondo, gestita dal Comando Carabinieri TPC, hanno permesso di individuare un privato cittadino che aveva attivato un’asta on-line per la vendita dei volumi. “Questo dimostra ancora una volta come il web – si legge in una nota diffusa dalle forze dell’ordine – costituisce uno dei canali di comunicazione preferenziali, in quanto consente di raggiungere facilmente una vastissima platea di potenziali acquirenti”.

All’indagato è stato contestato il reato di “ricettazione”. Si tratta di un 64enne messinese, che tra il 2011 e il 2012 aveva lavorato come badante dei gesuiti nell’Istituto che ospita la biblioteca e che di recente aveva attivato un’asta on line per la vendita di alcuni dei 342 volumi.

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