MESSINA. Quando mancano 48 ore dall’inizio ufficiale delle festività natalizie, in Aula va in scena il teatro dell’assurdo. Dopo settimane di scontri, proposte, soluzioni “democristiane”, fughe in avanti e tante chiacchiere, non sembra ancora arrivato il momento di mettere la parola fine all’eterna querelle sull’isola pedonale. Un argomento che a queste latitudini – e solo a queste latitudini –  diviene inspiegabilmente un caso di stato.

L’inizio della seduta, preceduta da una sfilza di comunicati stampa e prese di posizione che avevano già tratteggiato il clima di conflitto fra consiglio e giunta (oggetto: a chi spetta decidere la location), era previsto per le 18:00. Come di consueto, si inizia però con un’ora di ritardo. Ma non per parlare dell’isola. L’ostacolo, questa volta, si chiama “question time”: un impedimento burocratico. In pratica, il fatto che nella seduta dedicata alle interrogazioni non si possa parlare di altro, che di fatto paralizza i lavori.

Per chi non lo sapesse, si tratta di una seduta in cui assessori, dirigenti e funzionari rispondono alle interrogazioni (alcune vecchie di mesi) dei consiglieri: alla fine non si giunge a nessun atto amministrativo, quindi è più che altro una specie di spiegazione dello stato dell’arte rispetto ai quesiti posti dai consiglieri. Significa, in parole povere, che l’Aula si è messa a discutere di micronido aziendale, secondo PalaGiustizia e possibilità di parcheggio in via Adolfo Celi…

Prima di ciò, c’è tempo per un duello “in punta di diritto” per stabilire se prelevare la delibera sull’isola pedonale, o procedere come da ordine del giorno con il “question time”. “Non sono avvezzo a certi teatrini, continuiamo col question time, quando avrete tempo di prendere in considerazione la delibera ne parliamo”, chiosa il vicesindaco Salvatore Mondello dopo un’ora abbastanza surreale.

Per parlare dell’isola, in fondo, c’è tempo. Se ne riparlerà domani mattina. Forse.

Sul provvedimento era prevista una forte presa di posizione da parte dell’Aula, costretta a riunirsi “d’urgenza” per votare l’istituzione dell’isola: quasi che sulla proposta ci fosse un cartello con scritto “chi tocca muore”, c’è un rimpallo di competenze per non prendersi la responsabilità e la paternità dell’atto.

La possibile isola, quella approvata dalla giunta e proposta al consiglio, non rispecchia quella esitata e votata in commissione la scorsa settimana (e quindi trasmessa in giunta dai consiglieri), con proposta di Sicilia Futura. Secondo il presidente del consiglio comunale Claudio Cardile, inoltre, la “location”non dovrebbe comunque essere di competenza del consiglio comunale.

Una posizione, quella del consigliere Pd, ribadita dal M5S: “Stupisce, inoltre il tentativo mal celato di addossare tutte le responsabilità in merito alla location al Consiglio comunale: si tratta di una decisione che spetta in primis al Sindaco e ai suoi assessori, che non possono fare come Ponzio Pilato, delegando ad altri una scelta che chi sostiene di “saper amministrare” avrebbe dovuto fare già da mesi – si legge in un comunicato inviato ieri – Alla luce di quanto accaduto in questi giorni ci auguriamo adesso che chi di dovere faccia tesoro degli errori commessi e inizi a programmare per tempo e nei modi opportuni un’isola pedonale permanente che sia in linea con le principali città siciliane, italiane ed europee”. Ieri mattina una riflessione simile  l’aveva espressa il consigliere Libero Gioveni.

 

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